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“Maledetta primavera” di Loretta Goggi: significato e curiosità

Redazione 105

Una canzone simbolo degli anni Ottanta e ancora oggi attualissima

Tra i brani che hanno segnato la musica italiana, Maledetta primavera occupa un posto speciale. Interpretata da Loretta Goggi, artista poliedrica capace di muoversi tra canto, recitazione, imitazione e conduzione televisiva, la canzone è diventata negli anni una vera colonna sonora generazionale. Presentata al Festival di Sanremo 1981, dove conquistò il secondo posto, riuscì comunque a imporsi come uno dei singoli più ascoltati dell’anno, rimanendo per settimane ai vertici della classifica.

 

Dalla tv al palco di Sanremo

Curiosamente, il brano non era stato pensato inizialmente per il palco dell’Ariston. Il progetto originale prevedeva che Maledetta primavera diventasse la sigla del programma televisivo Hello Goggi, previsto su Canale 5. I cambiamenti di palinsesto, però, portarono a una scelta diversa: far partecipare la canzone a Sanremo. Alla fine, questa deviazione si rivelò decisiva, trasformando il pezzo in uno dei più grandi successi della carriera della Goggi.

Gli autori, Amerigo Cassella per il testo e Totò Savio per la musica, avevano immaginato un brano intenso e immediato, tanto che il titolo suscitò inizialmente qualche perplessità tra i discografici, che avrebbero preferito la versione più edulcorata Benedetta primavera. Fu però la stessa Goggi a voler mantenere la parola “maledetta”, ritenendola essenziale per comunicare l’emozione autentica del brano.

 

Un significato più profondo del previsto

Il testo non è un attacco né alla stagione della rinascita né alla sua simbologia romantica. La primavera, qui, diventa metafora di un sentimento inatteso che travolge e ferisce. La protagonista racconta una passione improvvisa che si rivela un’illusione: lei si è lasciata coinvolgere, mentre l’altra persona viveva quel momento con leggerezza, senza un reale coinvolgimento emotivo.

Per questo la primavera diventa “maledetta”: non per ciò che rappresenta in sé, ma perché porta con sé la consapevolezza di aver creduto in un amore non ricambiato. È il dolore di un attimo che sembrava luminoso e invece si spegne subito, lasciando dietro di sé rimpianto, disincanto e un senso di vulnerabilità.

 

Il testo di “Maledetta primavera”

Voglia di stringersi e poi
Vino bianco, fiori e vecchie canzoni
E si rideva di noi
Che imbroglio era
Maledetta primavera?

Che resta di un sogno erotico se
Al risveglio è diventato un poeta?
Se a mani vuote di te
Non so più fare
Come se non fosse amore
Se per errore
Chiudo gli occhi e penso a te

Se per innamorarmi ancora
Tornerai, maledetta primavera
Che imbroglio se
Per innamorarmi basta un’ora?
Che fretta c’era
Maledetta primavera?
Che fretta c’era
Se fa male solo a me?

Che resta dentro di me?
Di carezze che non toccano il cuore
Stelle una sola ce n’è
Che mi può dare
La misura di un amore
Se per errore
Chiudi gli occhi e pensi a me

Se per innamorarmi ancora
Tornerai, maledetta primavera
Che importa se
Per innamorarsi basta un’ora?
Che fretta c’era
Maledetta primavera?
Che fretta c’era
Maledetta come me

Lasciami fare
Come se non fosse amore
Ma per errore
Chiudi gli occhi e pensa a me

Che importa se
Per innamorarsi basta un’ora?
Che fretta c’era
Maledetta primavera?
Che fretta c’era
Lo sappiamo io e te

Na, na, na, na, na, na, na, na
Na, na, na
Maledetta primavera
Na, na, na, na-a-a-a-a-a-a

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