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17 Aprile 2015
La parola “solo” ha sempre avuto una connotazione negativa, ma la scienza non è d’accordo quando ci si riferisce al contesto domestico. Vivere da soli può infatti essere un’opportunità unica nella vita di un adulto e c’è chi pensa addirittura sia il periodo migliore nella vita di uomini e donne. Non solo ci si libera dal giudizio altrui imparando a vivere secondo le proprie regole e preferenze, ma, secondo Steven Kurutz, reporter dell’illustre quotidiano New York Times, chi vive da solo ha un comportamento casalingo completamente differente rispetto a quello adottato al lavoro o in società. Questo implica il sentirsi più rilassati e molto meno stressati una volta a casa.
Concedersi una domenica in pigiama guardando la tv tutto il giorno senza renderne conto a nessuno, per esempio, permette a chi vive solo di essere completamente sé stesso nell’ambiente domestico. Questo comportamento si lega a quello che la scienza chiama self-actualization, una realizzazione personale totale che consiste nella completa soddisfazione dei propri bisogni e desideri. Lo psicologo che nel ventesimo secolo studiò questo fenomeno, Abraham Maslow, identificò la solitudine come una delle caratteristiche tipiche delle persone in grado di viverla in modo libero e orientata al proprio benessere.
Non basta? Secondo Eric Klineberg, sociologo alla New York University, vivere da soli fa diventare le persone più sociali, aumentando i loro legami e la loro salute: secondo la ricerca svolta dal suo dipartimento, “chi vive in solitaria spende più tempo socializzando con amici o vicini rispetto alle coppie di conviventi o coniugi”. In sostanza, passare molto tempo da soli aiuta a dare più valore ai rapporti umani. Nel caso di relazioni sentimentali, la coppia sceglie di stare insieme e non è obbligata a farlo a causa di una convivenza forzata.
Anche per la carriera la solitudine è una maggiore garanzia di successo, poiché secondo il parere di esperti come Christopher Long e James R. Averill’s, psicologi intervistati dal Boston Globe, “quando siamo soli ci concentriamo solo sui noi stessi e siamo in grado di ragionare in modo più riflessivo e critico, diventando più produttivi e in grado di risolvere i problemi”.
Essere davvero in contatto con sé stessi dando slancio a carriera e vita sociale potrebbe essere un motivo sufficiente per convincersi, ma c’è anche un altro fattore a favore: “la solitudine conforta e l’ambiente domestico si trasforma in una vera e propria oasi lontana dallo stress quotidiano”, sostiene Klineberg. E Ferris Jabr continua sullo Scientific American, spiegando l’importanza per il cervello di “spegnersi per un po’ e ri-ottenere i livelli di attenzione e motivazioni ottimali decisivi per raggiungere i nostri obiettivi senza stress”.