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23 Dicembre 2015
Quanto fa bene parlare con qualcuno? Molto. Però, chissà perché, tendiamo spesso a confidare i nostri segreti agli sconosciuti. Ebbene sì, alla maggior parte delle persone risulta molto più semplice parlare di sé e delle proprie difficoltà a un estraneo. Primo tra tutti il tassista. In taxi, infatti, è facile che anche la nostra mente inizi a viaggiare, magari guardando fuori dal finestrino. Lo rivelano i sondaggi, secondo cui ben il 70% delle persone che viaggiano in taxi dichiarano che quel momento rappresenta per loro un’occasione per riflettere. Sarà per questo che spesso si finisce con il confidare i nostri pensieri proprio all’autista.
Nasce proprio da qui l’idea che hanno avuto gli svedesi: inserire nel servizio taxi anche la presenza di uno psicologo che possa ascoltare il viaggiatore, dispensare consigli o confrontarsi con lui. Insomma una vera e propria seduta, seppur “mini” e più colloquiale rispetto a un incontro con lo psicoterapeuta. E anche il prezzo è più abbordabile.
A far sorgere qualche dubbio circa l’efficacia di tale iniziativa è proprio il tempo ristretto, che ovviamente si limita al tempo del viaggio, tranne nel caso in cui il viaggiatore non inventi di proposito una meta più distante per approfittare del servizio (ma a quel punto crediamo gli convenga una seduta psicoterapeutica in studio).
Ma, a detta della psicologa Miha Fahlen, che ha aderito al progetto anche 10 minuti di colloquio possono fare molto per il viaggiatore/paziente.
Il progetto risulta meno bizzarro e più efficace se si pensa al target di persone cui è principalmente rivolto: stranieri da poco trasferitisi in città, che hanno necessità si integrarsi, iniziare nuove amicizie e che perciò soffrono la solitudine. In quest’ottica 10 minuti di colloquio con uno psicoterapeuta possono essere un valido aiuto per trattare la solitudine.
Fermo restano che chiunque può usufruire dell’iniziativa!