12 Agosto 2016
Infermieri, ma non solo. Addetti ai macchinari, personale degli autogrill e tanti altri. Tutti hanno in comune un particolare: i loro lavori sono soggetti al tanto odiato turno di notte.
Lavorare quando tutto il resto del mondo dorme non è solo un problema per la propria vita privata, ma anche per la salute, come rivela un recente studio pubblicato su Occupational and Environmental Medicine.
Chi è soggetto a un lavoro notturno, infatti, subisce un più rapido invecchiamento cerebrale.
Lo sconvolgimento dei ritmi circadiani influisce negativamente sul cervello, facendogli dimostrare fino a 6 anni in più rispetto alla reale età biologica.
I problemi, purtroppo, non si limitano a una maggior vecchiaia del cervello, ma si può incorrere anche in un maggior rischio di obesità e addirittura di cancro.
Fortunatamente, però, gli studiosi hanno anche notato come, una volta giunti alla tanto agognata pensione (o a un cambio di lavoro senza turni), ci si possa riprendere: tuttavia sono necessari 5 anni di regolari ritmi di sonno/veglia.