#CupForBen: gara di solidarietà per un bambino autistico

“Trovatemi questa tazza o mio figlio non berrà più”: è l'appello del padre di Ben, 14enne autistico che da quando ha 2 anni beve sempre dalla stessa tazza. Si tratta di una normale e semplicissima tazza di color verde acqua prodotta dalla “Tommee Tippee Cup”, ma ora si è rovinata, e siccome Ben si rifiuta di bere da qualsiasi altro contenitore, negli ultimi tempi è stato ricoverato due volte in ospedale per disidratazione. 

Purtroppo la tazza in questione non viene più prodotta dal 2003 e nonostante Marc Carter, il padre di Ben, abbia trovato alcune tazze simili, o quasi del tutto identiche all'originale, Ben non ne voleva sapere di bere: “Le copie non vanno, Ben le getta via. Magari qualcuno di voi ne ha una nascosta in un armadio?” ha detto il padre lanciando l'hashtag #CupForBen.

Subito sono arrivati molti messaggi di solidarietà e di aiuto da tutto il mondo, ma la tazza identica all'originale non è stata trovata. L'appello di Marc è arrivato anche alla casa produttrice della tazza che si è subito prodigata per aiutare il ragazzo e ha contattato tutte le sue sedi in giro per il mondo tra Hong Kong, Australia, Stati Uniti e Francia per recuperare il disegno originale stampato sulla tazza. La ricerca è stata fruttuosa e l'azienda ha prodotto ex novo ben 1000 tazze identiche a quella di Ben, di cui ben 500 destinate esclusivamente a lui, Ben: “Siamo lieti di confermare che Ben avrà una fornitura a vita e che la sua famiglia non dovrà mai preoccuparsi di trovare un'altra tazza” ha scritto il Mayborn Group, proprietario della Tommee Tippee Cup.

“È stato incredibile”, ha detto Marc ringraziando tutti coloro che lo hanno aiutato in questa missione quasi impossibile. “Ora abbiamo più tazze di quante ne avremmo mai potute sognare!”. Oltre alle 500 tazze originali, a Ben sono arrivate 6 tazze di "seconda mano" e altre 35 sembrano essere in arrivo da ogni parte del mondo. Marc Carter ha ora lanciato un progetto di crowfunding per la realizzazione di un documentario che parli di questa incredibile storia e di autismo.

foto da Twitter @GrumpyCarer