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01 Febbraio 2017
Da quando nel 1989 Ikea è arrivata in Italia, con il primo store a Milano, gli italiani hanno iniziato a trascorrere le domeniche in modo alternativo: tra le infinite corsie dei suoi negozi. Ma c’è un’altra caratteristica per cui la company è entrata nella vita di ognuno: i nomi dei prodotti. Tutti sanno che Ikea è svedese e che ogni articolo in vendita ha un nome in questa lingua, ma forse in pochi sanno il criterio con cui questi vengono scelti. A spiegarlo è stato qualche giorno fa, il designer Jon Karlsson: “Il team di Ikea assegna i nomi pescandoli da un database di parole svedesi. Le librerie, ad esempio, prendono il nome dalle libere professioni o dai nomi propri dei ragazzi e lo stesso vale per i mobili da giardino. I tappeti da città e paesi della Danimarca o della Svezia, mentre lenzuola, trapunte e federe si chiamano come fiori e piante”. A inventare questa sorta di regola è stato il fondatore stesso del colosso, Ingvar Kamprad, che per anni ha combattuto contro la dislessia, faticando a ricordare l'ordine dei codici numerici degli articoli. È proprio il caso in cui si fa di necessità virtù, o meglio, business.