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Smettere di fumare: arriva la “terapia dell'estinzione”
Il metodo punta a scardinare alcuni meccanismi mentali tipici del fumatore, ma per togliersi il vizio c'è da soffrire!
Per combattere il fumo e i suoi danni si cercano continuamente nuove soluzioni. L'ultima tra queste si chiama “terapia dell'estinzione”, è stata proposta dalla Medical University of South Carolina e consiste nel tentare il fumatore senza permettergli di fumare. L'obiettivo è quello di distruggere i meccanismi psicologici che, in automatico, creano il desiderio del fumo. In altre parole si vuole impedire al fumatore che alcuni stimoli ambientali e sociali lo portino ad avere voglia di fumare. Ma di che si tratta, nello specifico? Ad un fumatore, per esempio, vengono mostrate delle immagini o dei video di persone che fumano, e poco dopo gli viene offerta una sigaretta che può tenere in mano, senza però avere il permesso di accenderla. Per i fumatori più accaniti questa è una vera e propria forma di tortura, che può portare anche dolore e sofferenza. Un metodo che qualcuno ha già definito sadico, visto che si vanno a stimolare i ricordi del fumo, si tenta il fumatore con una sigaretta, e poi gli si impedisce fisicamente di accenderla. Nell'esperimento, per comparazione, è stato preso anche un secondo gruppo di fumatori, ai quali, invece del video delle persone che fumavano, è stato fatto vedere un filmato con persone che lavavano i piatti. Anche a loro, durante la visione, è stato permesso di "giocare" con la sigarette, senza però accenderle. Dopo un mese è emerso che il primo gruppo, che era stato sottoposto alle sessioni più dure (visioni di video e immagini di fumatori), aveva diminuito, in media, il numero di sigarette fumate, il cui totale era tra l'altro inferiore al totale del secondo gruppo. Il primo gruppo, infatti, fumava mediamente 7 sigarette contro le 10 del secondo gruppo. In realtà, però, secondo alcune analisi effettuate, il livello di cotinina (che misura il livello di fumo attivo e passivo) nelle urine era rimasto lo stesso.
Una tecnica dolorosa e neanche tanto efficace a quanto pare, visto che dopo la "terapia", alla distanza, i fumatori hanno ridotto i loro tempi di pausa tra una sigaretta e l'altra, tornando a fumare come prima. Alcuni studiosi, infatti, sono rimasti scettici sull'effettiva efficacia della tecnica. Evidentemente le associazioni mentali dei fumatori sono troppo forti e scardinarle risulta più difficile di quanto si pensi.