Ungheria contro gay e musulmani. La destra radicale all'attacco

La vicenda ha luogo ad Asotthalom, una piccola cittadina a pochi passi dal confine tra Ungheria e Serbia e dalle barriere costruite per arginare i flussi migratori. Il sindaco locale, Laszlo Toroczkai, membro del partito di destra radicale Jobbik, ha varato alcune leggi contro la residenza in loco dei musulmani, e anche rigide restrizioni contro le coppie omosessuali.

"Siamo tutti bianchi, europei, cristiani, vogliamo mantenere questa tradizione", ha dichiarato il sindaco alla Bbc: "Vediamo che esistono in Europa occidentale vaste comunità di musulmani che si sono mostrate incapaci di integrarsi, e non vogliamo vivere la stessa esperienza qui. Vorrei che l'Europa appartenga agli europei, l'Asia agli asiatici e l'Africa agli africani”.

Ad Asotthalom è vietato indossare abiti legati alla fede musulmana, lanciare appelli alla preghiera e costruire moschee. Questo, nonostante in città ci siano solo due musulmani, definiti da alcuni cittadini come integrati e pacifici.

Per volere del giovane sindaco è stata anche vietata la manifestazione di amore pubblico fra coppie omosessuali, un’ordinanza fortemente in contrasto con la vivace e cosmopolita Budapest distante pochi chilometri. Neanche il governo di Orbàn aveva mai adottato simili misure.  Tali normative inoltre sono in contrasto con la legislazione nazionale, infatti il prefetto, che rappresenta il governo sul territorio, ha presentato una denuncia alla Corte suprema per l’abrogazione di questa ordinanza, affermando che: “Il sindaco non ha la competenza di cambiare la legge nazionale sulla convivenza e sulla libertà di fede”.

Se abrogare o no tale ordinanza dovrà deciderlo la Corte costituzionale. Intanto il partito Jobbik è secondo nei sondaggi e punta a governare nelle prossime elezioni nel 2018.

foto da Twitter