Tuttonews
20 Marzo 2017
Una recente decisione della Corte Costituzionale della Colombia riguardante le leggi sul lavoro ha destato più di qualche polemica non solo all'interno dei palazzi governativi, ma anche sulle diverse piattaforme social.
Alla base dei contrasti c'è il decreto dei giudici colombiani, secondo il quale il consumo di alcol e droghe “non sempre danneggia la prestazione lavorativa”. Questo significa che, almeno per gli impieghi che non comportano rischi significativi per chi li svolge o per altre persone, i lavoratori che esercitano le proprie mansioni in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti non possono essere licenziati o subire sanzioni disciplinari.
La valutazione della Corte è stata data in risposta ad una richiesta di esame che due studenti di legge avrebbero portato all'attenzione dei giudici costituzionali. Secondo gli studenti, visti gli eguali diritti garantiti a tutti i lavoratori dalla Costituzione stessa, un operaio o un impiegato dovrebbe essere ritenuto innocente fino a prova contraria e quindi, anche se ubriaco, per subire le sanzioni previste dovrebbe esserci prova che il suo stato fisico comprometta la sua prestazione lavorativa.
La Corte Costituzionale, accettando l'interpretazione dei due giovani, ha dunque modificato alcune leggi sul lavoro, mantenendo comunque inalterata tutta la regolamentazione concernente impieghi considerati ad alto rischio, come nel caso degli addetti a macchinari pesanti o dei piloti di aerei. Seppur parziali, questi cambiamenti hanno però alzato un polverone tra i sindacati e le molte associazioni che hanno visto i provvedimenti della Corte come rischiosi per la salute dei lavoratori e come veicoli di messaggi sbagliati per quanto riguarda temi sempre caldi come quelli di alcol o droga.