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27 Aprile 2017
L’Italia non è un paese per imprenditori? Sembrerebbe questa l’immagine emersa dall'indagine trimestrale sul mondo del lavoro di Randstad, dal titolo Entrepreneurship Outlook 2017. Secondo questa ricerca il 64% dei lavoratori dipendenti italiani vorrebbe mettersi in proprio, ma ha troppa paura di farlo e così preferisce non rischiare. Questo dato è molto chiaro e ci dice che il nostro paese si trova in una situazione di stallo che può avere conseguenze gravi, a partire dalle tante risorse che non vengono valorizzate, fino al rischio di una crescita economica destinata a rimanere un miraggio.
Eppure agli italiani le idee non mancano, siamo storicamente una nazione dalla forte vocazione imprenditoriale, ma in quest’ultimo periodo storico c’è stata una netta inversione di marcia. Le cause sono da ricercare nella difficoltà di competere a livello globale, ma non è solo questo. Se è vero che questa situazione riguarda, in parte, tutto il mondo occidentale, è pur vero che in Italia il contesto pare essere più difficile: i giovani sono molto più sfiduciati qui che altrove, anche a causa del poco sostegno che lo Stato offre alle start-up ed alle nuove realtà. Fare impresa fa paura perchè si rischia di fallire, e rialzarsi dopo un fallimento è più difficile che mai nel 2017.
A proposito dei dati emersi dalla ricerca Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia, ha dichiarato: "È necessario invertire rapidamente questa percezione, perché solo la nascita di start-up e nuove imprese possono dare quel dinamismo all'economia e al mercato del lavoro necessari per sostenere la ripresa. All’Italia le idee imprenditoriali e la capacità di innovazione non mancano. Servono incentivi fiscali per l’apertura di start-up, semplificazione burocratica, più in generale una cultura “amica” dell'impresa che infonda coraggio ai potenziali imprenditori."