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Bari: maestre di asilo accusate di violenza su minori

"Erano solo punizioni”: così si giustifica una delle imputate. I bambini avevano tra i due e i tre anni e mezzo.

Bari: maestre di asilo accusate di violenza su minori

09 Giugno 2017

Dove arriva il limite delle punizioni? Purtroppo, ancora una volta, c’è chi, anche nell’ambiente scolastico, ritiene che botte, calci e altri maltrattamenti possano essere educativi. E lo dice chiaramente anche in sede di processo. È quello che ha fatto una maestra di asilo, a Bari. La donna è accusata, assieme ad una collega, di maltrattamenti su minori, ma si è giustificata spiegando che le sue erano azioni educative: "Erano solo punizioni per insegnare loro comportamenti positivi per la convivenza sociale”, ha detto la donna al giudice durante le udienze preliminari del Tribunale di Bari. La donna che lo scorso anno è stata agli arresti domiciliari per circa tre mesi, ora affronterà il processo con rito abbreviato.

A costituirsi parte civile sono state ben sei famiglie dei quindici bambini dell’asilo, tutti di età compresa tra i due anni e mezzo e i tre anni e mezzo.

La maestra, a sua ulteriore difesa, ha spiegato che è ricorsa ai metodi punitivi perché riteneva che alcuni dei bambini dell’asilo fossero "prepotenti" ed "esuberanti". Una tesi, la sua, fermamente sostenuta anche prima delle accuse che le sono state rivolte, tanto che ha dichiarato di aver inviato, prima dell’arresto del 2016, assieme all’altra collega accusata, una lettera alla dirigenza a scolastica proprio in merito a quei bambini troppo discoli, spiegando quanto fosse necessaria la punizione per educarli.

Peccato, però, che la “punizione” sarebbe, a detta dell’accusa (che si è avvalsa delle registrazioni video fatte nell'asilo), più di un semplice rimprovero o castigo; si tratterebbe, invece, di veri e propri maltrattamenti di tipo fisico e psicologico perpetrati mediante "schiaffi, colpi sferrati su tutto il corpo, strattonamenti, pedate, calci, forti scossoni sugli arti superiori, accompagnati anche dalla immobilizzazione delle mani finalizzati a costringere i bambini a stare fermi, trascinamenti lungo il pavimento, colpi dietro la nuca e una serie di terribili vessazioni e torture psicologiche, seguite da urla, minacce e gravi ingiurie".

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