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Smart working: le 5 regole d'oro del lavoro da casa

Operare lontani dall’ufficio è comunque disciplinato e la legge prevede una serie di regole generali, sulla retribuzione, sui controlli e anche su eventuali sanzioni disciplinari

Smart working: le 5 regole d'oro del lavoro da casa

27 Giugno 2017

Insieme al nuovo Jobs Act degli autonomi, debutta anche il diritto allo smart working: il lavorare in mobilità e non necessariamente dall’ufficio. Ecco le cinque cose da sapere.

Come funziona. Azienda e lavoratore possono firmare un’intesa che prevede che il lavoro possa essere svolto fuori sede, concordando tempi e orari, con strumenti tecnologici affini a quelli dell’ufficio. Al lavoratore vanno riconosciuti gli stessi incentivi fiscali e di produttività.

L’accordo. Deve essere scritto, può essere a termine o indeterminato. Ci possono essere dei limiti, ovviamente. Giornalieri, settimanali o mensili. Inoltre, anche se si lavora da casa, esiste comunque una gerarchia, non vale il “liberi tutti”. Quindi nell’accordo si decidono anche le condotte da sanzionare (e le relative sanzioni).

Sicurezza. Va garantita anche lavorando fuori ufficio. Come? Con un’informativa scritta sui rischi della modalità di esecuzione di questa forma di lavoro. Lavoratore avvisato…

Lo stipendio .Il lavoratore ha diritto alla stessa retribuzione applicata nei contratti collettivi agli altri lavoratori che svolgono le medesime mansioni in azienda, quindi attenzione a chi vorrebbe pagare meno con la scusa del “tanto lavori da casa”.

Infortuni e malattie. Il lavoratore deve essere tutelato anche se lavora da casa. Nel caso non lavori da casa, ma in un luogo che non sia l’ufficio (per esempio un co-working) ha diritto alla tutela per gli infortuni avvenuti durante il normale percorso di andata e ritorno da casa a quello prescelto.

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