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Abbronzatura da laboratorio: niente Sole, basterà una molecola

È stata messa a punto una molecola che stimola la produzione di melanina e che, in un futuro prossimo, potrebbe proteggerci dai danni dei raggi del Sole

Abbronzatura da laboratorio: niente Sole, basterà una molecola

30 Giugno 2017

Come dice la campagna contro il melanoma lanciata dall'Airc, anche per il Sole ci sono delle istruzioni per l'uso. Tuttavia nel futuro potremmo essere in grado di abbronzarci senza correre alcun rischio, grazie a piccole molecole messe a contatto con la pelle. Secondo una ricerca pubblicata su Cell Reports dai ricercatori del Massachusetts General Hospital e del Dana-Farber Cancer Institute di Boston, l'applicazione topica di queste formazioni sarà in grado di attivare i nostri meccanismi biologici che danno vita all'abbronzatura.

Le molecole non funzioneranno come le creme autoabbronzanti, che colorano la pelle ma non agiscono in profondità sulla tonalità. L'esperimento portato avanti da questi ricercatori ha dimostrato che l'applicazione delle molecole all'epidermide crea lo stesso effetto di una giornata al mare, ma senza gli effetti collaterali dei raggi UV. Infatti, queste agiscono bloccando degli enzimi che frenano la produzione di melanina. Dopo averle applicate per otto giorni consecutivi, i campioni di pelle umana trattata in laboratorio erano maggiormente pigmentati, grazie alla variante più scura e protettiva della melanina, la "eumelanina".

Il coordinatore dello studio David E. Fisher, dermatologo del Massachusetts General Hospital, ora guarda al futuro. “Dovremo condurre nuovi studi per valutarne la sicurezza e per capirne meglio il meccanismo d'azione, ma è possibile che portino a nuove soluzioni per proteggere la pelle dai danni dei raggi Uv e dalla formazione dei tumori”. Nel frattempo, però, non scordatevi di mettervi la crema quando andate in spiaggia.

 

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