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Lavoro, cresce l’occupazione ma non gli stipendi: sono ancora troppo bassi
Un ruolo chiave in questo rinnovato contesto lo giocano gli immigrati: lo rivela un recente studio dell'agenzia Eurofound.
La crisi che negli ultimi anni ha pesantemente colpito l’Italia, non ci ha restituito un Paese in buone condizioni, soprattutto dal punto di vista lavorativo: sono stati persi moltissimi posti di lavoro e i salari si sono notevolmente abbassati. Anche se negli ultimi mesi questa emergenza sembra essersi arrestata, la situazione continua a non essere delle migliori, anzi. E a testimoniarlo è un recente studio dell’agenzia europea Eurofound, che ha analizzato in che modo è cambiato il lavoro negli ultimi anni.
Nonostante un aumento del numero di occupati, la maggior parte delle posizioni create garantisce paghe basse. Meglio di niente, certamente, ma non c’è da esserne felici, soprattutto considerando che negli altri Stati non funziona così. C’è stato, dunque, un generale arretramento nella qualità del lavoro, con centinaia di migliaia di persone in più ora occupate in mestieri in cui guadagnano pochissimo. E anche la classe media non se la passa bene: i salari medi, infatti, si sono notevolmente abbassati.
Un ruolo chiave in questo rinnovato contesto lavorativo lo giocano gli immigrati: “In Italia, dove la maggior parte della crescita dell’occupazione è avvenuta in lavori a basso salario, a esserne responsabili sono soprattutto i non nativi”, spiegano i ricercatori.
Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, però, sembra che il peggio sia passato. Negli ultimi tre anni, infatti, almeno l’emorragia di posti sembra essersi arrestata, anzi sembra ricominciata una discreta crescita. Bisogna essere consapevoli che questo non può bastare se si vuole mirare a una ripresa economica strutturale e, di conseguenza, a un miglioramento delle condizioni di vita.