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23 Agosto 2017
Chi non usa più volte lo stesso asciugamano dopo la doccia? Effettivamente si tratta di un’abitudine molto comune. Ma quante volte possiamo farlo prima di passare ad un nuovo telo doccia pulito e asciutto? A dare una risposta a questo quesito tutt’altro che banale ci pensa Philip Tierno, microbiologo alla New York University School of Medicine. Secondo l’esperto infatti “Un asciugamano umido cresce“. Questo vuol dire che il capo di biancheria in questione, se già utilizzato e non completamente asciutto, offre tutte le condizioni (dall’acqua, alle temperature calde, all’ossigeno) necessarie ai batteri per proliferare. Così il nostro telo resta umido divenendo terreno fertile per i batteri.
Quante volte quindi possiamo utilizzare l’asciugamano prima di metterlo nella cesta dei panni sporchi? Ebbene, secondo Tierno non più di tre volte ed in ogni caso ad ogni utilizzo deve essere perfettamente asciutto.
Ad aiutarci a capire se un asciugamano è rimasto umido a lungo (e quindi meglio metterlo a lavare e non lasciarlo asciugare per riutilizzarlo) è l’odore. “Se c’è odore proveniente dall’asciugamano - spiega l’esperto - ovunque ci sia odore, vuol dire che ci sono microbi che crescono, quindi deve essere lavato”.
Il rischio in cui ci si può imbattere è quello di trasferire al nostro organismo (pelle e mucose) microbi che potrebbero essere nocivi e che annullano quello che è il fine della doccia: l’igiene.
Altro discorso da non sottovalutare poi è quello della condivisione dell’asciugamano con altre persone. Un’abitudine tanto comune quanto errata. Usando l’asciugamano di qualcun altro, anche se a noi vicino, esponiamo il corpo al contatto con organismi “sconosciuti”, tra questi lo Staphylococcus aureus. Cosa può comportare? La comparsa di brufoli, foruncoli o anche infezioni.
Meglio quindi essere prudenti, non usare l’accappatoio più di tre volte prima di lavarlo ed in ogni caso, assicurarsi che non emani odore.