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Soffrite di ansia? Forse è colpa dei batteri dell’intestino

“I microbi intestinali possono influenzare processi fisiologici fondamentali per il funzionamento del sistema nervoso centrale che sono fortemente implicati nello sviluppo di ansia e depressione”.

Soffrite di ansia? Forse è colpa dei batteri dell’intestino

29 Agosto 2017

Non riuscite a mettere da parte l’ansia? Non vi preoccupate, purtroppo è uno stato comune a molte persone e l’ansia, insieme alla depressione, è una delle patologie più diffuse nella nostra società.

Secondo una nuova ricerca lo stato d’ansia potrebbe però derivare dai batteri dell’intestino. Un team dell’Università di Cork, in Irlanda, ha trovato un legame tra dei regolatori dei geni nel cervello, chiamati microRNA, che sono accomunati all’ansia, e i batteri presenti nell’intestino.

La ricerca, pubblicata sulla rivista di settore Microbiome, si è basata su numerosi test effettuati sui topi, dove è stato verificato come i microRNA cambiavano negli animali che non avevano i microbi. In particolare i topi allevati in un nido libero da germi mostravano ansia, deficit nella cognizione e nei comportamenti sociali e aumentavano i comportamenti depressivi.

Come ha affermato il dottor Gerard Clarke, responsabile della ricerca: “I batteri dell’intestino sembra influenzino i microRNA nell’amigdala e nella corteccia prefrontale. Questo è importante perché questi microRNA possono influenzare processi fisiologici che sono fondamentali per il funzionamento del sistema nervoso centrale e delle regioni del cervello, come l’amigdala e la corteccia prefrontale, che sono fortemente implicati nell’ansia e nella depressione”.

I ricercatori hanno trovato che nei topi allevati senza microbi intestinali c’erano 103 livelli di microRNA differenti nell’amigdala e 31 nella corteccia prefrontale, rispetto agli altri topi. Aggiungendo poi a questi topi i batteri si riuscivano a normalizzare i livelli di microRNA nel cervello, il che significava avere meno ansia.

È possibile modulare i microRNA nel cervello per il trattamento di patologie psichiatriche ma la ricerca in questo settore ha trovato numerose sfide, per esempio, quelle di trovare composti sicuri e biologicamente stabili che sono in grado di attraversare la barriera ematoencefalica e quindi agire nella posizione desiderata del cervello. Il nostro studio suggerisce che alcuni degli ostacoli potrebbero essere eliminati puntando invece sui microbi intestinali” ha affermato il dottor Clarke.

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