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La sostanza “killer” nelle patatine
Oltre ai pericoli creati da grassi e fritto, questo alimento contiene un elemento tossico che si sviluppa durante la cottura e che può avere conseguenze gravi sul nostro corpo
Mangereste lo stesso le patatine fritte, se sapeste che possono uccidervi? Questo dubbio metterà in crisi le vostre certezze sulla bontà della compagna preferita dei vostri aperitivi e delle serate solitarie trascorse a fare binge watching di serie tv.
La “sostanza killer” che avvelena le patatine si chiama acrilammide. Si sviluppa in seguito alle alte temperature che vengono raggiunte in fase di frittura, cottura al forno e griglia. Lo ha messo in luce uno studio condotto da ABR, che ha analizzato patatine fritte in busta. Diversi studi hanno evidenziato che non solo l’acrilammide, ma anche il suo prodotto metabolico principale, ossia la glicidammide, possono essere neurotossici, genotossici e cancerogeni: ovvero possono provocare danni al sistema nervoso, far venire il cancro e alterare il dna.
L’acrilammide e il suo metabolita dopo l’ingestione vengono rapidamente assorbiti nel tratto gastrointestinale e successivamente vengono espulsi. Nel loro transito però queste sostanze sono in grado di espandersi in tutto il corpo, danneggiandolo. Oltre alle patate, questi elementi si trovano anche in pane bianco, caffè, biscotti e pasticcini. Una vera stangata contro i cibi di conforto, insomma.
Lo studio ha messo in luce che ben 3 marche su 6 (cioè il 50% dei campioni), presentava concentrazioni di acrilammide superiori rispetto ai valori consigliati dalle Linee Guida europee dell’EFSA, che ovviamente le aziende dovrebbero tenere in considerazione. Le marche coinvolte sono Amica Chips Eldorada, Carrefour classiche e Crocchias classiche “Terrantica”. Quelle che rispettano i criteri sono, invece, le San Carlo 1936, le americane Lays classiche senza glutine e le Patasnack classiche senza glutine.