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Scoperta una nuova e misteriosa stanza nella Piramide di Cheope
Gli scienziati hanno usato degli scanner particolari che hanno permesso di rivelare la cavità all’interno della struttura. Tante le ipotesi sul che cosa possa contenere la stanza
Sono passati 4500 anni, ma i suoi misteri restano ancora inviolati. Stiamo parlando di uno dei simboli più maestosi e affascinanti dell’umanità: la Piramide di Cheope.
Costruita come tomba per il Faraone Cheope, che regnò dal 2509 al 2483 aC, questa Piramide è la più grossa delle tre, un monumento che ha attraversato i millenni lasciando intatto, anzi, accrescendo secolo dopo secolo, il suo fascino e il suo mistero.
Oggi, però, grazie alla tecnologia sempre più sofisticata, siamo riusciti a scoprire qualcosa in più su questa struttura.
Grazie alla ricerca di un team di scienziati, infatti, è stata scoperta, all’interno della Piramide, una cavità lunga 30 metri e alta 15, posta sopra la Grande Galleria che porta alla Camera del Re.
A dare l’annuncio la famosa rivista scientifica Nature. La notizia ha acceso gli animi dei tanti studiosi, e non solo, che hanno subito fatto diverse ipotesi: per alcuni si tratterebbe della stanza del tesoro del Re, per altri la vera tomba di Cheope, la cui mummia non è ancora stata ritrovata.
La scoperta arriva grazie ad un programma di ricerca, lo Scan Pyramids Project, fondato dal professor Mehdi Tayoubi, con lo scopo di studiare le piramidi della piana di Giza.
Grazie alla collaborazione con alcuni scienziati francesi e giapponesi, si è riusciti a sviluppare un sistema non invasivo per analizzare le strutture, uno scanner che intercetta i muoni, particelle che si muovono negli spazi vuoti. Proprio grazie a questi scanner, posizionati all’interno e all’esterno della piramide, gli scienziati, attraverso delle analisi in corso dal 2015, hanno potuto individuare la cavità di cui oggi si parla.
Sul che cosa sia, ancora non si ha certezza, lo stesso Tayoubi ipotizza che «possa trattarsi di una seconda Grande Galleria», magari che porta a una camera sepolcrale, ipotesi che, però, l’egittologo Aidan Doson esclude categoricamente:
“Le probabilità di trovare una tomba sono pari a zero“
Il mistero di Cheope, quindi, si fa ancora più fitto e suggestivo, affascinando generazioni di studiosi che già dall’800 indagano, scavano e cercano di capirne il significato.
Flinders Petrie, Giovanni Battista Caviglia, Richard Vyse sono solo alcuni di questi esploratori che ne hanno studiato ogni angolo e ogni stanza, a volte usando metodi un po’ grezzi, ma che ci hanno aiutato ad addentrarci e a capire un po’ di più questo luogo misterioso.
Per fortuna oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante, permettendo uno studio accurato senza però creare danni irreparabili alla struttura, proprio come dichiara Hany Helal, vice presidente dell’Heritage Innovation:
«Per il momento non scaveremo e continueremo la nostra ricerca con tecnologie non invasive per avere un quadro completo. Con l’edificio più famoso del mondo non si può andare avanti per tentativi ed errori».
Aspettiamo col fiato sospeso qualche notizia in più su questa meravigliosa opera dell’uomo che non smetterà mai di nutrire la nostra fantasia, con la speranza un giorno di poter finalmente “conoscere di persona” Cheope, o qualche altra meraviglia che ci racconti di una civiltà unica come quella egizia.