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Il sindaco di Venezia risponde alle lamentele dei due turisti: "Pezzenti, non avete lasciato la mancia"

Scoppia (di nuovo) la polemica, dopo la denuncia "social" dei due turisti che a Venezia hanno ricevuto un conto esagerato per un piatto di pasta.

La cucina italiana, si sa, è apprezzata e invidiata in tutto il mondo. C’è gente disposta a pagare fior di quattrini per un piatto di pasta preparato a regola d’arte, in particolare il popolo con gli occhi a mandorla.

Ma il pranzo consumato di recente da tre turisti asiatici si è rivelato piuttosto salato: 560 euro per mangiare pesce in Piazza San Marco. Aragosta di prima scelta, certo. Ma i malcapitati hanno pensato bene di reclamare scrivendo al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Con la sua consueta ironia, il primo cittadino non ha solo rispedito al mittente l’epistola, ma ha anche commentato al vetriolo le lamentele degli avventori del ristorante:

"Pezzenti. Uno mangia e beve, poi dice che non sapeva la lingua. Ma se vieni in Italia devi imparare l'italiano, anche un po' di veneziano non farebbe male".

Intervistato, Brugnaro ha sentenziato:

"Hanno mangiato aragosta e non hanno lasciato niente sul piatto. Ho chiesto al cameriere se gli avessero lasciato la mancia, neanche quello".

Il tutto si è poi concluso (a tarallucci e vino, potremmo dire) con i complimenti al ristoratore, che ha emesso lo scontrino. E un invito ai turisti di buona forchetta a venire a mangiare in Italia spendendo a cuor leggero.

Un po’ di sano campanilismo non fa mai male, certo, ma questo forse è troppo. Ora è probabile che i tre asiatici vacanzieri preferiranno il riso di casa propria alle leccornie made in Italy.

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