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Scontrino shock al giapponese: sul conto c’è scritto "Tavolo ciccione"

È successo a Roma, a un gruppo di ragazze che pranzavano in un locale nel quartiere Parioli. Nessuna spiegazione da parte dei titolari

Sul conto del ristorante giapponese c’è scritto "Tavolo ciccione"

11 Dicembre 2017

Oltre al danno, la beffa.

È quello che avranno pensato le tre ragazze protagoniste di un increscioso episodio accaduto in un ristorante giapponese della capitale.

E dire che il popolo asiatico era rinomato per la sua gentilezza e cortesia!

Ma andiamo con ordine. Le ragazze hanno pranzato amabilmente in compagnia di un loro amico, ridendo e scherzando tra sushi e sashimi, e poi hanno chiesto il conto. E qui arriva il bello, perché sullo scontrino che si sono viste recapitare è apparsa un’intestazione ben poco adatta al bon ton: “Tavolo 86 - ciccione”.

«Eravamo a pranzo, tre ragazze con un nostro amico  quando abbiamo chiesto il conto tramite il tablet posizionato sul tavolo: poco dopo ci è stato consegnato questo scontrino con l'indicazione di 'ciccione'. Inizialmente ci abbiamo riso un po' sopra. Ma quando siamo andati alla cassa abbiamo chiesto spiegazioni e la persona che era lì in quel momento non ci ha detto nulla: ha preso quel foglio di carta, che era un pre-scontrino, e lo ha accartocciato davanti a noi».

Elena B., biologa di Sassuolo, che era al tavolo coi suoi amici romani ed è rimasta a dir poco basita, sintetizza così l’accaduto e aggiunge:

«Quando ce lo hanno dato non volevamo credere ai nostri occhi. Inizialmente ci abbiamo riso un po' sopra. Ma quando siamo andati alla cassa abbiamo chiesto spiegazioni e la persona che era lì in quel momento non ci ha detto nulla: ha preso quel foglio di carta, che era un pre-scontrino, e lo ha accartocciato davanti a noi».

Certo, lì per lì la combriccola ci ha riso su, complice anche la porzione di uramaki appena gustata, ma il retrogusto è stato vagamente amaro.

Nessuna spiegazione? Neanche una parola di scuse? No, silenzio assoluto. Per giunta, una delle ragazze presenti si è spesso trovata ad avere problemi con la tagli indossata. Perché infierire?

Insomma, forse si è trattato solo di una svista o di un scherzo (di cattivo gusto), ma in ogni caso ai titolari del ristorante “JinJa" - nel quartiere Parioli - e probabilmente al cameriere distratto, questa “leggerezza” potrebbe costare molto cara.

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