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Facebook, Instagram e Whatsapp azzerano il buonumore di chi li usa

Terenzio Traisci, psicologo e ideatore dell’Ingegneria del Buon Umore, spiega come difendersi dai “vampiri di energia”

Lo sapete che i social sono tra le maggiori cause di stress?

Siamo convinti che la tecnologia ci aiuti a vivere meglio e invece (troppo) spesso l’iperconnessione finisce solo per incrementare la nostra ansia e le nostre preoccupazioni.

Abbiamo sempre la testa immersa nel computer e ogni singola esperienza vissuta dev’essere fotografata, postata e condivisa. Altrimenti che esperienza è?

Terenzio Traisci è uno psicologo ma anche un formatore e ideatore dell’Ingegneria del Buon Umore, nonché autore del libro “Felicemente Stressati”.

È proprio lui ad aver lanciato una provocazione: i social ci tolgono il buonumore. Possibile?

Come lui stesso ha dichiarato:

«Da qualche tempo ormai viviamo in una condizione di connessione perenne, che ci porta a pensare di dover sempre essere attenti e pronti a una risposta immediata. Ma fra chat, social network, e mail e applicazioni varie non stacchiamo mai gli occhi dal telefono, né tantomeno la testa dagli impegni».

Non ci credete?

Sentite un po’ quello che ha detto a proposito dei social e provate a negare le sue affermazioni.

Partiamo da Whatsapp.

Il caro Whatsapp è fonte infinita di stress. Pensate solo alle seguenti situazioni e dite se non è vero: quando vi aggiungono in mille gruppi (e non si capisce mai niente perché tutti “parlano” uno sull’altro), quando l’interlocutore legge (doppia spunta azzurra) e non risponde (carogna!), i messaggi vocali che possono diventare più lunghi di un audiolibro (se le orecchie vi fumano è tutto normale), chiamate e videochiamate di qualità bassissima che continuano a saltare (sì, capita a tutti!).

In effetti sono situazioni condivisibili che causano ansia e sudori freddi. O se non altro fastidio e quindi alla lunga stress.

Traisci ha dichiarato:

«Le chat sono passate dall’essere una rivoluzione epocale nel modo di comunicare, poiché hanno fornito alle persone l’opportunità unica di comunicare con una rapidità e con una varietà prima inesistente, al tramutarsi un incubo poiché ci fanno sentire sempre forzatamente reperibili, a dover accorciare i tempi di risposta, costringendoci a una rapidità costante che genera ansia».

Vogliamo parlare del wi-fi?

Croce e delizia delle nostre esistenze ci accompagna sempre.

Ormai quando entriamo in un locale la domanda di rito è “Qual è la password del wi-fi?”.

Non più “Qual è il piatto del giorno?”  o “Può entrare il mio cane?”.

No. Il wi-fi prima di tutto.

Se non c’è il wi-fi manco entrate.

Isolati mai. Piuttosto la morte.

Terenzio ha affermato:

«Siamo convinti che l’iperconnessione, intesa come necessità di essere sempre sul pezzo, sia un male necessario, a cui non è possibile in alcun modo rinunciare».

Arriviamo ai social network.

Sono loro la suprema causa di stress.

Perché se per caso pubblichiamo una foto o un post e riceviamo pochi like allora ci sentiamo persi, depressi, disperati.

Un bel “chissene” non è contemplato.

E via a nuove foto, nuovi post, nuove stories.

La prossima volta andrà meglio. Forse.

E infine le mail.

Certo, ci sono anche loro a prosciugarci le energie.

Le riceviamo a ogni ora del giorno e della notte scatenando in noi il dilemma: “Leggere o non leggere? Questo è il problema”.

Il fatto è che la tecnologia ci ha reso reperibili 24 h al giorno. E questo ci rende schiavi, non certo più liberi.

Come facciamo a difenderci da questi “vampiri di energia”?

Niente panico. Terenzio viene in nostro aiuto anche stavolta.

Innanzitutto è bene riposare di più. Il che significa rilassarsi (occhi chiusi, mi raccomando) tenendo il cellulare ben lontano. Quindi è fondamentale pensare a ciò che è davvero importante per noi, ovvero sostituire alla noia il significato, cioè il perché facciamo quello che facciamo.

E poi dobbiamo alzarci ogni tanto dalla sedia. Forza! L’esercizio fisico stimola la produzione di sostanze che aiutano i neuroni.

Ultimo consiglio? Via quel cellulare, dai! Che il mondo è bellissimo anche oltre lo schermo.

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