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Cercasi contadini per 3mila euro al mese: succede in Svizzera

I ticinesi rifiutano di fare i contadini. Eppure lo stipendio previsto non è affatto male

Braccia rubate all’agricoltura. È quello che si dice di persone che non brillano per i loro meriti e per le proprie capacità lavorative, e non solo. Ma, a quanto pare, in Svizzera la carenza di personale che si occupi del lavoro nei campi è un dato concreto. E dire che non si guadagna poi così male.

Spieghiamo meglio.

Fare il contadino in Canton Ticino significa portarsi a casa uno stipendio da più di tremila euro al mese. Ma i soldi sembrano non essere un sufficiente stimolo per i candidati d’oltreconfine, visto che le aziende agricole si dicono pronte ad assumere i rifugiati.

Secondo le fonti ufficiali, «il salario minimo legale è di 2300 franchi il primo mese e 3200 franchi dal secondo».

Tradotto nella nostra moneta, parliamo di 2200 e 3100 euro.

In Ticino le aziende agricole denotano una mancanza di manodopera che ha portato ad una frequente assunzione di immigrati provenienti da Polonia e Portogallo. Eppure la politica federale svizzera sta ancora definendo le regole previste per i lavoratori frontalieri, che non dovrebbero nemmeno sobbarcarsi il costo della vita in Svizzera, perché residenti altrove.

Lavorare nei campi rientra nella lista dei lavori che i ticinesi non hanno intenzione di svolgere, perché lo considerano poco remunerativo rispetto alla fatica impiegata.

Per far fronte al problema, l’Unione Svizzera dei Contadini, insieme al Segretariato di Stato, ha dato avvio ad un progetto pilota in dieci fattorie, che mira ad assumere rifugiati alleggerendo gli enti locali dei costi del mantenimento di questi soggetti.

Resta un mistero il fatto che questa opportunità non possa essere “colta” dai lavoratori frontalieri: su 300mila lavoratori residenti all’estero, solo duemila sono impiegati in agricoltura.

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