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06 Aprile 2018
Avete mai provato a pensare alla mole di dati che una piattaforma social molto diffusa, come Facebook, sia in grado di raccogliere? Non parliamo solo di fotografie compromettenti, di cui potreste pentirvi tra qualche anno, ma di dati sensibili che dovrebbero essere protetti. Il caso che ha recentemente coinvolto il colosso di Mark Zuckerberg e Cambridge Analytica ha rivelato quanto sia facile, per chi si cela dietro questi strumenti, utilizzare i dati degli utenti per scopi tutt’altro che leciti.
Ora è la stessa azienda Facebook a lanciare l’allarme:
"Vista la portata e la complessità delle attività che abbiamo scoperto, riteniamo che possano essere stati trafugati i dati pubblici della maggior parte dei profili Facebook".
Lo riporta Bloomberg, evidenziando quanto è stato dichiarato dalla stessa azienda di Zuckerberg.
In base a ciò che è emerso dalle dichiarazioni, sarebbero a rischio le informazioni pubbliche appartenenti a gran parte degli utenti iscritti a questa piattaforma, e si tratterebbe di quasi 2,2 miliardi di persone. Insomma, c’è poco da scherzare. E chissà quali saranno le conseguenze e i nuovi sviluppi di questo caso di portata mondiale.