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Rischia il processo l'allenatore dei 12 ragazzi thailandesi intrappolati nella grotta

Il 25enne Ekapol «Ek» Chantawong è considerato da molti un eroe ma c’è chi lo ritiene l’unico colpevole della disavventura nella grotta di Tham Luang

L’allenatore dei 12 ragazzi thailandesi rischia il processo

11 Luglio 2018

Si dice che il capitano sia l’ultimo a dover abbandonare la nave.

E così Ekapol «Ek» Chantawong, l’allenatore che ha portato i 12 ragazzini nella grotta di Tham Luang in Thailandia, all’interno della quale sono rimasti intrappolati per giorni, è stato l’ultimo ad essere portato in salvo ed è ora in ospedale, ma rischia il processo come unico responsabile della disavventura vissuta dal gruppo. La vicenda ha tenuto tutti col fiato sospeso durante le lunghe e faticose operazioni di soccorso.

Certo è che il suo contributo per far sì che i ragazzi riuscissero a sopravvivere è stato determinante: oltre a insegnare loro le tecniche di meditazione apprese da piccolo fra i monaci buddisti, ha rinunciato al suo cibo per sfamarli.

«Questi ragazzi sono il mio fratellino moltiplicato per dodici» ha detto lui, orfano da quando aveva solo 12 anni. Ek è un profugo birmano che ha fatto del pallone una vera vocazione: aveva portato i ragazzi nella grotta per incidere i loro nomi e fare squadra.

«Ama la squadra», aveva detto sua zia alla Cnn, «i genitori hanno piena fiducia in lui». Ora ci si chiede se sia un eroe oppure un colpevole. 

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