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La tennista Caroline Wozniacki rivela: “Sono gravemente malata”

La campionessa danese ha appena reso pubblico che le è stata diagnosticata l’artrite reumatoide: “Ma non mollo, sarò un esempio”.

La tennista Caroline Wozniacki rivela: “Sono gravemente malata”

Credits: Instagram

26 Ottobre 2018

L’attuale terza tennista più forte al mondo, Caroline Wozniacki, ha rivelato il suo dramma: le è stata da poco diagnosticata l’artrite reumatoide, una malattia autoimmune responsabile di un’infiammazione alle articolazioni.

La notizia shock che ha sconvolto il pubblico è arrivata dopo la sconfitta della campionessa danese contro Elina Svitolina e la conseguente eliminazione alle Wta Finals di Singapore: “Sono onesta – ha dichiarato Caroline – dopo Wimbledon ho iniziato a non stare bene. Ero in vacanza, pensavo fosse influenza e pensavo di superarla”.

Ma invece di migliorare, purtroppo l’atleta 28enne ha iniziato ad accusare anche dolori alle ginocchia e alle gambe: “Ho provato ad andare avanti – ha raccontato – ma giocando a Montreal mi sono resa conto che qualcosa non andava perché non riuscivo a sollevare il braccio sopra la testa”.

Dopo una serie di esami è arrivata la drammatica diagnosi dell’artrite reumatoide: “Sono andata da uno dei migliori dottori in circolazione e ho iniziato le cure – ha detto ancora Caroline – non è certo l’ideale, soprattutto per un’atleta professionista, ma alla fine devi cercare di trovare un piano, ci sono tante opzioni al giorno d’oggi”.

La tennista danese non ha alcuna intenzione di darsi per vinta, anzi, non vuole smettere di giocare e ha deciso di combattere la malattia con tutta sé stessa e di diventare un esempio per tutte quelle persone che si trovano in condizioni simili alle sue. Ha raccontato di aver imparato come affrontare i match ma adesso è sollevata che la stagione sia finita, così potrà riposare, curarsi e cercare un modo per affrontare ancora meglio le prossime sfide. “So che ci sono molte persone nel mondo che la stanno combattendo – ha concluso Caroline – spero di poter rappresentare per loro qualcuno a cui possono guardare e dire a sé stessi che possono farcela anche loro, in questo modo potremo sostenerci a vicenda”.

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