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Prostitute come lavoratrici autonome: la proposta in Veneto
La proposta di legalizzazione del Veneto prospetta il contrasto della criminalità, controlli sanitari e introiti miliardari per lo Stato.
La possibilità di legalizzare la prostituzione torna a fasi alterne al centro dell’attenzione, scatenando puntualmente il dibattito tra favorevoli e contrari. Se ne parla fin dalla legge Merlin, firmata dall’omonima senatrice, che abolì la regolamentazione della prostituzione, chiudendo le case di tolleranza e introducendo i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Oggi l’argomento torna al centro della cronaca per una proposta che arriva dalla Regione Veneto, che mira all’istituzione di un albo professionale delle prostitute in ogni Comune, con tanto di obbligo di pagare le spese sanitarie, avere una partita Iva ed emettere fattura. La proposta prevede anche un rigido controllo dei reati correlati, con sanzioni, ad esempio per la mancata registrazione all’albo, e pene severissime per i reati di sfruttamento e istigazione alla prostituzione, in particolar modo quella minorile.
La proposta di trasformare le prostitute in lavoratrici autonome a tutti gli effetti, viene supportata da motivazioni amministrative, sanitarie ed economiche.
Secondo gli ultimi dati raccolti sulla professione, infatti, ad oggi in Italia lavorano circa 70mila prostitute, di cui circa la metà sono immigrate, circa 2mila minorenni e circa 2mila sono in condizioni di schiavitù. Inoltre l’attività è quasi interamente riversata per le strade o si serve di alberghi compiacenti.
Secondo alcune stime, il giro d’affari si aggirerebbe attorno ai 25 miliardi di euro l’anno. Se si riuscisse a regolamentare tutto, come avviene già in molti altri Paesi, oltre a favorire i controlli sanitari e a contrastare il racket, lo Stato ne gioverebbe anche con introiti miliardari.
A breve la proposta di legge passerà in Commissione, dopo la discussione in aula al Consiglio Regionale del Veneto, potrebbe approdare in Parlamento. Tuttavia il dibattito che si è scatenato intorno alla tematica, fa pensare che non sarà un iter lineare e i risultati sono davvero incerti.