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Call center di Milano non trova operatori: colpa di Governo e modello Ferragni?

Secondo l'inchiesta, molti vorrebbero guadagnare senza lavorare.

Venti postazioni di cui 10 vuote nonostante l'offerta contrattuale sia superiore alla media nazionale: 900 euro al mese per i primi 30 giorni, per passare all'assunzione con un contratto a tempo indeterminato e 1200 euro netti al mese già a partire dal quarto mese di lavoro.

A denunciare la difficoltà a reperire nuovi collaboratori è la Goodman & Marshall, un call center di Milano che si occupa di gestione e recupero crediti societari, in cerca di candidati in possesso di laurea in materie giuridiche o economiche e capacità relazionali. Lo rivela un'inchiesta del Corriere.

La segretaria dell'azienda precisa che in molti neanche si presentano al colloquio: alcuni rifiutano perché la sede è troppo lontana dal centro e altri perché contano di trovare di meglio, pur essendo neolaureati alla primissima esperienza. 

«In genere provengono da università prestigiose. Pensano di poter fare subito carriera senza sapere nulla del lavoro. E’ un’aspirazione legittima ma bisogna considerare anche che Milano ha lo stesso numero di avvocati presenti in tutta la Francia», spiega l’amministratore delegato, Riccardo Terrana. 

«Probabilmente non hanno bisogno di lavorare o pensano che possano ottenere qualche sostentamento da parte del Governo», ipotizza l'AD dell'azienda facendo riferimento al Reddito di Cittadinanza.

Terrana aggiunge che, in alcuni casi, la colpa è del "modello Ferragni": cioè «fare un "non lavoro" e guadagnare molto. Al di là se possa essere o meno definito un lavoro, non so nemmeno se hanno le sue capacità per farlo».

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