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L'elefante simbolo della Namibia è stato venduto a un cacciatore, che lo ha ucciso

Il pachiderma era diventato ormai il simbolo del Paese, il web si indigna a questa notizia.

Voortrekker veniva chiamato “l’elefante gentile” perché era un gigante buono ed era ormai diventato il simbolo della Namibia, il paese africano dove è giunto durante una migrazione. Ma quel paese, invece di accoglierlo e proteggerlo, lo ha venduto per pochi spicci e destinato a una morte orribile.

È accaduto proprio in questi giorni: il Governo della Namibia ha venduto l’elefante a un cacciatore di trofei per appena 8.500 dollari americani. Il cacciatore in questione, che pare sia un cittadino statunitense di Dallas, non ci ha pensato due volte a sparargli per ucciderlo e collezionare così il suo ennesimo trofeo.

L’abbattimento di Voortrekker ha fatto non solo commuovere ma anche indignare il popolo del web: sono in tanti, in queste ore, che stanno provando a denunciare l’accaduto e a chiedere di porre fine a crudeltà simili. Il Governo del paese africano è subito corso ai ripari, provando a giustificarsi: “È un peccato che un elefante sia stato ucciso – ha detto il portavoce Romeo Muyunda, come riporta il Corriere - ma si trattava di un animale problematico che era stato protagonista, nella zona di Omatjete, di molti episodi di conflitto con gli umani distruggendo case, infrastrutture idriche, arrivando persino ad uccidere persone e bestiame”. 

Meglio generare fondi per le comunità colpite – ha aggiunto – utilizzando l’elefante come trofeo”. In sostanza, piuttosto che lasciarlo alla mercé dei cacciatori, il Governo ha deciso di vendere l’elefante a un cacciatore singolo per fare qualche soldo da utilizzare presumibilmente per la costruzione o la riparazione delle infrastrutture.

Secondo quanto riportato dai media locali, sono in molti a dubitare che il maestoso elefante sia il responsabile degli incidenti dei quali parla il Governo, perché il branco di cui faceva parte difficilmente si sarebbe spostato così lontano. La Elephant-Human Relations Aid (EHRA), un’associazione ambientalista molto attiva in Africa, parla di una vera e propria “spoliazione economica del paese” a causa dell’uccisione dei suoi animali. Al momento pare non sia nemmeno più possibile quantificare la presenza di elefanti in Namibia, ma una cosa è certa: secondo una ricerca condotta nel 2018 e pubblicata dall’ONU, i pachidermi in Africa sono in drastica diminuzione proprio a causa del bracconaggio e non è nemmeno l’unica specie a rischio.

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