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Senatore americano chiede all’FBI di indagare su FaceApp: dietro potrebbe esserci il governo russo

Secondo Chuck Schumer la sicurezza nazionale e la privacy dei cittadini sarebbe in serio pericolo.

In questi ultimi giorni sta spopolando FaceApp, un’applicazione che consente di utilizzare sulle proprie foto un particolare filtro per trasformare l’immagine facendo sembrare più vecchio il soggetto. Sono in tanti, compresi tantissimi vip, ad aver provato a modificare una propria foto con la curiosità di scoprire come saranno tra qualche decennio per poi condividerla con gli amici sui social: adesso la privacy di tutti questi utenti potrebbe essere in serio pericolo.

A sostenerlo è il senatore americano, leader dell’opposizione, Chuck Schumer: come riporta il Daily Mail, il politico statunitense ha appena chiesto addirittura all’FBI di indagare sui possibili legami tra FaceApp e il governo russo. Nella lettera inviata proprio all’FBI e alla Federal Trade Commission, Schumer sostiene che questa app minerebbe “la sicurezza nazionale e la privacy di milioni di cittadini americani”.

Il senatore è preoccupato circa l’utilizzo dei dati degli utenti archiviati dalla suddetta applicazione: ad averlo insospettito è il fatto che la Wireless Lab, ossia l’azienda che ha creato e diffuso FaceApp, si trova in Russia e, per questo motivo, secondo lui i dati personali degli utenti potrebbero essere ceduti illegalmente al governo russo per scopi poco chiari. Schumer ha spiegato che sarebbe un “vero guaio” se questi dati sensibili fossero consegnati “a una potenza straniera ostile impegnata attivamente in ostilità informatiche nei confronti degli Stati Uniti”. 

In realtà, sebbene sia tornata in voga negli ultimi tempi, FaceApp esiste da circa 2 anni e già nel 2017 gli esperti hanno avvisato gli utenti dei rischi legati al suo utilizzo: una volta che l’utente dà il proprio consenso affinché l’app utilizzi le proprie immagini, infatti, il programma ottiene un accesso permanente alle sue foto, che a quel punto possono essere archiviate e in seguito anche utilizzate illecitamente, senza il permesso del legittimo proprietario. Purtroppo spesso accade che, per seguire la moda del momento come in questo caso, gli utenti forniscano a queste app delle autorizzazioni per l’utilizzo dei loro dati personali senza rendersi davvero conto di ciò che stanno facendo e dei rischi che corrono a livello di privacy.

Il fatto che l’azienda di FaceApp si trovi in Russia – ha scritto il senatore nella sua lettera – solleva diversi dubbi sulle modalità e sulle tempistiche relative all’accesso ai dati dei cittadini americani che l’app fornisce a terze parti, nelle quali sono inclusi, potenzialmente, anche gli enti governativi stranieri”. 

Considerando la popolarità raggiunta da FaceApp e queste preoccupazioni circa la sicurezza nazionale e la privacy degli utenti – si legge ancora nel messaggio – chiedo all’FBI di valutare il rischio che i dati personali che milioni di americani hanno caricato su FaceApp possano finire nelle mani del governo russo o di altre entità che potrebbero avere legami con esso. Nell’era del riconoscimento facciale come metodo di controllo e di sicurezza – ha aggiunto – è essenziale che gli utenti ricevano le corrette informazioni per far sì che i loro dati personali e biometrici rimangano al sicuro”.

Schumer ha parlato di “dark patterns”, ossia, appunto, di informazioni poco chiare sull’utilizzo che FaceApp fa dei dati raccolti: non è chiaro, ad esempio, per quanto tempo li conserva e se li cancella dopo l’utilizzo. Di fronte a questi sospetti, come riporta TechCrunch, l’azienda con sede a San Pietroburgo ha fatto sapere che, poiché il 99% degli utenti non esegue il log-in, FaceApp in realtà non avrebbe accesso ad alcun dato che possa identificare la persona. Le immagini, inoltre, sarebbero cancellate dai server entro 48 ore dal caricamento delle stesse da parte degli utenti tramite l’app.

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