Video intervista
07 Ottobre 2017
"Con questo album ho voluto prendere una posizione contro quello che sta succedendo nel mondo pop". A parlare è Sir Bob Cornelius Rifo, produttore e ideatore del progetto The Bloody Beetroots che proprio quest'anno festeggia i dieci anni dalla nascita. L'album in questione è "The Great Eletronic Swindle" (in uscita il 20 ottobre), terza creazione in studio del dj di Bassano del Grappa (Vicenza), all'anagrafe Simone Cogo, che ha presentato ad Andrea Belli e Max Bondino a 105 InDaKlubb, con una nuova maschera sul viso, elemento che ha contribuito ad aumentare la sua popolarità.
Anticipato dai singoli "My Name Is Thunder" (feat. Jet), "Saint Bass City Rockers" e, ultimo in ordine di uscita, “Pirates, Punks & Politics”, brano arricchito dai featuring eccellenti di Perry Farrell, frontman dei Jane’s Addiction e del batterista dei Motley Crue, Tommy Lee, l'album si propone di "togliere un po' di polvere" per far capire un po' cosa sta succedendo nel mondo dell'elettronica.
Il titolo dell'album è ispirato a "The Great Rock And Roll Swindle", documentario del 1978 dedicato ai Sex Pistols. L'idea di Sir Bob è stata questa: "Utilizziamo la parola 'elettronica', visto che è molto pop, come catalizzatore per attirare l'attenzione e fare ascoltare l'album a persone che non hanno mai ascoltato i The Bloody Beetroots".
Così nasce "The Great Eletronic Swindle", "La Grande Truffa dell'Elettronica", perché per il produttore quella che abbiamo davanti è una truffa: "Credo che la musica elettronica negli ultimi tre anni sia diventata di nuovo pop e questo ha appiattito moltissimo il genere. Quindi ho voluto un po' puntare il dito su quello che non mi piace, motivo per il quale indosso la maschera con un grande 'No'. Mi sono ritrovato spesso nella condizione di andare da un artista, o da un figurante, e dire 'cavolo, che canzone hai suonato stasera, è bellissima!'. La risposta: 'Eh, ma non l'ho fatta io'. Quindi da chi devo andare? È un modus operandi che sta andando avanti da un po' troppo tempo. Allora mi sono chiesto: qual è l'onesta artistica? Vogliamo occupare il palco con coscienza oppure facciamo i figuranti per il resto dei nostri giorni?"
Oltre a quelle già citate, questo lavoro vanta molte altre collaborazioni, come quelle con i Gallows, Anders Friden degli In Flames, Deap Vally, Greta Svabo Bech, Eric Nally (Foxy Shazam), Mr. Talkbox e Jay Buchanan dei Rival Sons. "Ho ricercato delle voci che potessero dare una storia alla mia vita degli ultimi quattro anni. Non essendo un paroliere ho dovuto interpellare diversi nomi. Sono tutti amici miei che hanno condiviso con me momenti di vita molto intensi e hanno saputo descriverla attraverso le parole. Senza questo tipo di empatia questo album non sarebbe uscito".
La maschera di Sir Bob Cornelius Rifo è sempre stata un catalizzatore. Incuriosire la gente è necessario er attirarla su quello che fai, osserva Max Bondino, cosa che succede anche, e soprattutto, ai tempi dei social network: molti youtuber fanno parlare di sé grazie a qualcosa di virale e, solo una volta raggiunti numeri alti, si svelano come artisti. Ma ci si accorgerà mai del talento senza abboccare ad un'esca? "Viviamo in un tempo molto veloce - sentenzia Sir Bob - che non ci permette di dare priorità a quello che vediamo e a quello che ascoltiamo. Un elemento di catalisi deve necessariamente esistere per catturare l'attenzione, soprattutto in periodi di depressione culturale come questi".
Molti altri sono stati, però, gli argomenti trattati durante l'intervista, come le origini del progetto The Bloody Beetroots, la complementarietà tra The Bloody Beetroots e Sir Bob Cornelius Rifo, lo stile musicale che caratterizza il produttore. Per scoprire cos'altro ci ha raccontato, non perdetevi la video intervista!
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