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Diego Fusaro a 105 Friends: le foto

Il filosofo è stato in diretta con Tony & Ross per parlare del suo ultimo libro, "Pensare altrimenti".

21 Marzo 2018

Diego Fusaro è stato ospite di Tony & Ross a 105 Friends. Il filosofo torinese ci ha presentato "Pensare altrimenti" (Einaudi), il suo nuovo libro sul dissenso con cui porta avanti la personale battaglia in cui è da anni impegnato, tra radio, tv e social media, contro il "pensiero unico". 

Questa sua crociata parte "dall'esigenza, dal mio punto di vista, di provare a divergere rispetto a quell'ordine del pensiero unico sempre più oppressivo che si determina, evidentemente, nel fatto che ciascuno di noi pensa di essere libero e pensare ciò che vuole, mentre poi tutti pensano il medesimo", spiega Fusaro a Tony & Ross. 

Con la fine della Guerra Fredda tutti pensavamo avremmo avuto più libertà, ricorda il filosofo: "Il 1989 aveva promesso la liberazione di tutti. Finalmente non più omologati dalla dittature totalitarie! E invece ha prodotto nuove forme di livellamento coatto, nuove fughe omologanti verso il livellamento del pensare e dell'esistere. Il paradosso, in effetti, è che oggi il mondo globalizzato, o meglio, 'il mondo glebalizzato', visto che si sta producendo una nuova gleba di servi precarizzati che lavorano in condizioni sempre più oscene, sta omologando il mondo intero. Si sta producendo una straniante omologazione a detrimento della ricchezza e della pluralità, anche del pensare. Lo stesso modo di pensare oggi sta trionfando su tutto il giro dell'orizzonte". 

Inevitabile parlare con Fusaro di un argomento d'attualità come il caso Cambridge Analytica e l'utilizzo di dati "prelevati" dai tantissimi profili Facebook per portare voti a Donald Trump durante le ultime elezioni negli Stati Uniti: "Quale dittatura, rossa o nera, sarebbe mai riuscita in passato a schedare automaticamente tutti i suoi sudditi? - chiede Fusaro - Nessuna, evidentemente. Oggi, invece, il paradosso del sistema in cui viviamo, che io chiamato totalitarismo glamour dei consumi, è quello per cui ciascuno di noi si infila il cellulare in tasca liberamente e si auto-scheda tramite queste reti sociali sembrando libero, perché tale appare, quando è in realtà sistemicamente necessitato a compiere quel gesto.

"È un totalitarismo perfettamente compiuto il nostro - continua il filosofo - perché non ha più bisogno di governare i corpi nella misura in cui ha colonizzato le anime. Le strategie del marketing pubblicitario sono così fatte che ti inducono, tramite le strategie dei desideri del consumo, a fare ciò che il sistema necessita che tu faccia. Sicché appare come gesto cool, glamour, ma in realtà è un gesto che rinsalda sempre maggiormente l'ordine esistente. Tu senza saperlo stai contribuendo al tuo incatenamento". Le foto che facciamo per Fusaro sono "i selfie della gleba". 

Perché condividere un enorme quantità di fatti personali per cercare l'approvazione di persone che, quasi sempre, non conosciamo? Fusaro cita Epicuro e risponde: "La vera amicizia implica un contatto reale e umano con le persone. Mentre il paradosso di queste rete sociali è che in apparenza sei in contatto con il mondo intero e poi in realtà dedichi il tempo a persone che mai vedrai mai e che potrebbero benissimo non esistere e ne sottrai realmente alle persone con cui quotidianamente ti trovi". 

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