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Venezuela: gli animali dello zoo stanno morendo di fame

Le foto degli animali ridotti pelle e ossa sono terribili e mostrano quanto la crisi economica stia dilaniando il Paese

01 Marzo 2018

Il Venezuela sta attraverso un momento terribile.

È immerso in una profonda crisi economica, politica e sociale.

A breve si terranno le elezioni politiche (aprile) e grande è il malcontento nei confronti della politica del Presidente Maduro.

Il Paese è ridotto alla fame e a patire questa situazione non sono solo le persone ma anche gli animali.

Hanno fatto il giro del mondo le foto degli animali dello Zoo di Maracaibo che sono ridotti pelle e ossa perché stanno morendo di fame. Manca il cibo e perfino l’acqua.

La crisi economica che sta devastando il Paese si è abbattuta anche sui poveri animali.

Per nutrire gli animali carnivori sono già stati macellati maiali, anatre e capre ma nonostante questo le condizioni dei grandi felini (e non solo) presenti nello zoo sono più che critiche.

Le foto, pubblicate da un quotidiano locale e poi dall’agenzia Afp, sono agghiaccianti.

Il puma non sembra neanche più il felino scattante e forte che dovrebbe essere. È ridotto pelle e ossa e si trascina a fatica. Il leone a causa della malnutrizione non riesce più nemmeno ad alzarsi. La tigre ha perso tutto il suo splendore e le ossa sono visibili attraverso la pelliccia. Il livello di denutrizione è tale che gli animali sembrano il fantasma di loro stessi.

E le autorità? Minimizzano.

Il produttore messicano Raúl Juliá Levy ha lanciato un appello al presidente Maduro via Twitter in cui si offre di prendersi cura degli animali. Ma nessuno gli ha ancora risposto. L’unico gesto di altruismo e generosità viene ignorato.

Lo zoo è anche stato colpito da numerosi furti: nel 2016 sono stati rapiti almeno 40 animali, probabilmente per essere mangiati. E questo avviene in numerosi zoo del paese.

Non dovrebbero andare così le cose.

Animali rinchiusi in gabbie e senza cibo.

Prigionieri delle sbarre e dell’indifferenza dell’uomo.

(Credits photo: clarin.com)

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