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Ermal Meta contro i porti chiusi: "Non sarei arrivato qui"

Il cantautore albanese: "I confini esistono, ma le persone sono più importanti".

Ermal Meta contro i porti chiusi: "Non sarei arrivato qui"

31 Luglio 2018

"Se quello che sta succedendo adesso in Italia fosse accaduto 24 anni fa io non sarei qui a scrivere canzoni, fare musica, andare in tv ed esibirmi ai concerti". Ermal Meta ha concesso un'intervista a Donna Moderna e ha parlato anche di attualità, ricordando come lui stesso sia arrivato come tanti oggi, via mare, dall'Albania insieme alla madre, a suo fratello e a sua sorella.

"I confini esistono", ha aggiunto il cantautore, vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo. "Però so che esistono le persone prima dei confini, bisognerebbe dare una possibilità alla vita. Mi ha fatto male leggere alcune cose ultimamente. Non esiste un diritto di nascita più di un altro. Oggi c’è una parte del mondo che soffre e cerca di riscattare la propria esistenza, di non morire. Molti anni fa quella parte del mondo mi riguardava perché io c’ero dentro. Eppure le soluzioni non si vogliono trovare. Questa stagnazione del pensiero mi fa paura".

Di recente, lui stesso è tornato a Tirana per esibirsi: "È stato bello, c’erano 100.000 persone in piazza", ha raccontato. "Mi hanno dato le chiavi della città. Mi sono confuso con la mia gente, e la mia famiglia era lì con me. In quel momento mi sono reso conto di molte cose: forse tanti anni fa avevo scritto Sperare per arrivare a questo momento. Per tornare, nel modo opposto a cui me ne ero andato. Mi sono sentito un eroe, senza esserlo: in fondo l’unica vita che sono riuscito a salvare finora è stata la mia".

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