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Questo ragazzo neozelandese non trova lavoro per colpa del tatuaggio

Durante i colloqui si ripete sempre lo stesso copione.

Questo ragazzo neozelandese non trova lavoro per colpa del tatuaggio

Credits: LADBible

29 Novembre 2019

Ci dispiace ma metti paura ai nostri clienti”: ecco cosa si sarà sentito dire un milione di volte il ragazzo neozelandese che vedete nella foto. Mark Cropp è il protagonista della nostra storia che inizia con un giovane irrequieto che, dopo mille problemi, finisce in prigione, si tatua sul viso la frase “DEVAST8”, decisamente vistosa e imbarazzante, e non capisce perché adesso nessuno lo vuole. 

Mark abita a Christchurch e nel 2017 finisce in galera, dopo aver messo a segno una rapina a mano armata. Una sera decide di ubriacarsi insieme ai suoi compagni di cella e chiede di essere tatuato sul viso per rendersi più “visibile”. L’obiettivo è stato sicuramente raggiunto visto che oggi il viso di Mark è occupato per il 50% da questa enorme scritta in bianco e nero, impressa per sempre sulla sua pelle. Il tattoo in stampatello “DEVAST8” avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, sottolineare in modo artistico tutta la rabbia e la tristezza che lo hanno sempre accompagnato nella vita ma adesso è dura disfarsi di quel fardello, e di quella faccia. Oggi Cropp ha 21 anni, è uscito di prigione e vuole farsi una nuova vita cercando un lavoro onesto e sicuro ma il problema è che nessun imprenditore vuole avere a che fare con lui. 

Tantissimi i curricula inviati ad altrettante ditte della zona, ma il colloquio finisce sempre nello stesso modo, i titolari delle aziende non vogliono problemi e temono che quel tatuaggio possa impaurire i clienti. Inutile dire che Mark si è amaramente pentito di aver compresso il suo volto ma ormai c’è poco da fare: “Prima che me ne potessi accorgere lo avevo in faccia – ha raccontato il 21enne neozelandese a ‘NZ Herald’ – ed ero gonfio come una zucca sanguinante”. Dopo essere uscito di prigione, il giovane ha deciso così di postare su Facebook una sua foto sottolineando: “Io sono un essere umano normale, non dovete giudicarmi solo dal mio aspetto”.

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