Tutto News
15 Maggio 2020
Durante il lockdown, molti hanno sperimentato in maniera continuativa lo smart working, ovvero la pratica che consente di portare avanti la propria attività lavorativa da remoto. Il lavoro agile è stato una grandissima risorsa nel contenere i contagi, tanto che ora diventa un diritto per tutti i lavoratori del privato che hanno almeno un figlio minore di 14 anni.Tutto questo fino al 31 luglio, data che dovrebbe segnare la fine dell'emergenza.
Come riporta Il Sole 24 Ore, questa indicazione è contenuta all'interno del Decreto Rilancio, e prevede la possibilità di lavorare anche con il proprio personal computer, se l'azienda non riesce a fornirlo. Fino a questo momento, le persone impegnate con il telelavoro sono state circa 2 milioni, ma nella Fase 2 questa cifra crescerà. Il responsabile scientifico dell’Osservatorio sullo smart working della School of management del Politecnico di Milano, Mariano Corso, ha spiegato il perché: "La fase 2 sarà più intensa della fase 1 sotto il profilo dello smart working, perché nel periodo dell’emergenza avevamo interi pezzi di filiere produttive bloccati. Ora, per consentire la ripresa delle attività che non possono essere svolte da remoto, come la manifattura, sarà necessario incentivare, nelle stesse aziende, lo smart working per coloro che invece possono lavorare da fuori, per evitare la compresenza di tutti nelle sedi. Ci sono poi una serie di attività anche non impiegatizie come la manutenzione e il controllo di determinati impianti che grazie alla digitalizzazione si potranno svolgere in smart working".
"Stimiamo tra sei e otto milioni di lavoratori - continua Corso - la forbice dei dipendenti del settore pubblico e del privato che potrebbero ricevere nei prossimi mesi la proposta di lavorare in smart working, anche solo per alcuni giorni alla settimana".
Prima, quando le attività erano chiuse, lo smart working rappresentava l'unica possibilità per continuare a lavorare, ora diventa necessario e fondamentale per prevenire il contagio. Le aziende che possono lavorare da remoto sono caldamente spinte a pensare al lavoro agile come unica alternativa.
Non finisce qui. Lo smart working è anche una misura a norma di legge e le aziende che non lo attivano, pur potendolo fare, potrebbero incorrere in un inadempimento alle prescrizioni di sicurezza.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)