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Tribunale svizzero obbliga l'azienda a pagare un extra ai dipendenti in smart working

Si tratta di un contributo per affitto e bollette.

L'emergenza sanitaria che ha colpito tutto il mondo, oltre a cambiare le abitudini di tantissime persone ha anche consentito di (ri)scoprire modalità di lavoro diverse: in particolare il lavoro a distanza.

Lo smart working ha permesso a tantissime aziende e lavoratori di non fermarsi, ma ha anche fatto emergere la necessità di introdurre nuove regolamentazioni e nuovi criteri. Infatti, se è vero che questa modalità di lavoro ha ridotto notevolmente i costi delle aziende, d'altra parte ha comportato un incremento delle spese del dipendente (si pensi, ad esempio, alle bollette dell'elettricità, all'abbonamento internet e all'affitto).

Per questo motivo in Svizzera un giudice, intervenuto su una  discordia legale tra lavoratori e un'impresa, ha imposto all'azienda di pagare ai dipendenti un extra mensile di 150 franchi svizzeri (circa 140 euro), come contributo per le spese.

Il provvedimento, che tra l'altro ha effetto retroattivo, è applicabile nei casi in cui il dipendente non abbia concordato con l'azienda di lavorare da remoto, ma sia stato costretto contro la sua volontà.

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