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"Quale dei due è stato concepito in uno stupro?": post choc di Pro Vita scatena la polemica

La Onlus Pro Vita è finita nuovamente al centro di una vera e propria bufera con un post pubblicato su Facebook

La Onlus Pro Vita è finita nuovamente al centro di una vera e propria bufera con un post pubblicato su Facebook in cui mostra due identiche ecografie di feti e chiede: "Quale dei due è stato concepito in uno stupro?".

La didascalia (originale) recita: "Nessuno giudica le donne sofferenti. Ma ci rivolgiamo alla società che dice sì all’aborto: perché punire un bambino che non ha fatto alcun male? #stopaborto”.

Immediatamente il post è stato letteralmente invaso di commenti che criticano la Onlus, accusandola di "violenza di genere". C'è chi definisce abominevoli e deplorevoli i loro post, accusando Pro Vita di non avere alcun interesse per la vita, in particolare di quella delle donne che soffrono. Qualche altro commento fa notare che non si punisce alcun bambino, ma impedire alle donne di scegliere sarebbe la vera punizione.

La Onlus inizialmente ha risposto a tutti i commenti con un "copia- incolla", dichiarando: “Gentilissimi, buongiorno. Nessuno intende giudicare, né colpevolizzare le donne, vittime di questo trauma. Il post vuole far riflettere la società che si dice favorevole all’aborto. Vi auguriamo una buona giornata”.

Poi, dopo due ore, la didascalia del post viene sostituita con: “Ma il bambino che colpa ha? Non possiamo neanche immaginare la profondissima e ingiusta ferita inferta da uno stupro, e lotteremo accanto alle donne perché questa barbarie sia punita sempre più severamente. Ma tuo figlio non ha nessuna colpa, eliminarlo non cancellerà la ferita. Anzi, con lui tornerai a splendere! coraggio! P.S.: Visto il tema delicato, e visto che molti avete frainteso, abbiamo ritenuto opportuno chiarire meglio il nostro messaggio”. Ma la correzione viene giudicata peggiore della didascalia originale e la polemica si allarga ulteriormente.

Le attiviste di obiezione respinta fanno notare: "Nessuna risposta alla violenza sistemica di genere ma solo moralismo e colpevolizzazione della donna che decide di abortire. Immagini ed idee come quelle espresse nel post qua sotto dovrebbero essere considerate da Facebook come una forma di violenza di genere e per questo non dovrebbero comparire nella bacheca di nessun*. Rispondiamo tutt* insieme contro la cultura dello stupro e contro la violenza di genere che associazioni come questa riproducono. La libertà di scelta e di autodeterminazione non si toccano!”.

(Credits photo: Facebook/provitaonlus)

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