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La Svizzera approva l'utilizzo della capsula per il suicidio assistito

Redazione 105

Uccide riducendo rapidamenti i livelli di ossigeno e si aziona dall’interno

Il governo svizzero ha dato l’ok all’utilizzo della capsula Sarco per chi voglia sottoporsi all’eutanasia, già legale nel paese elvetico. La capsula è prodotta da Exit, una organizzazione no profit australiana. La capsula potrà essere installata nelle cliniche che già forniscono assistenza per il suicidio assistito. Il meccanismo letale si azione dall'interno e fa sì che in mezzo minuti la capsula si riempia di azoto, riducendo l'ossigeno all’1%. Si tratta di una morte dignitosa e per nulla dolorosa, assicura l’inventore della capsula, Philip Nitshke: Il paziente potrebbe sentirsi lievemente disorientato ed euforico, prima di perdere conoscenza e poi morire per ipossia e ipocapnia. Il processo è completamente indolore, il paziente non prova né panico, né senso di asfissia”. In Svizzera sono centinaia i residenti che chiedono di poter praticare l’eutanasia, si tratta spesso di persone con forti disabilità o in condizioni di estrema sofferenza. In Italia è illegale, tanto che fece scalpore il caso di Dj Fabo, Fabiano Antoniani, che si era recato in Svizzera proprio per porre fine alla sua condizione di tetraplegico. Il dj era stato vittima di un incidente d’auto e non voleva più vivere nella sua nuova debilitante condizione. Ad accompagnarlo in Svizzera fu Marco Cappato, da sempre in prima linea per la conquista del diritto all’eutanasia, l’uomo fu incriminato e assolto dall’accusa di aiuto al suicidio. 

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