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L’Islanda ferma la caccia alle balene: "Non ci sono ragioni per continuare"
Dal 2024 non verranno rinnovate le licenze di caccia ai cetacei
In Islanda nel 2023 sono in scadenza le licenze per la caccia alla balene e non verranno rinnovate. Ad annunciarlo è stata il Ministro dell’alimentazione, dell’agricoltura e della pesca islandese, la dottoressa Svandís Svavarsdóttir, che ha pubblicato un articolo sul giornale online Morgunbladid. Gli islandesi non potranno più cacciare i più grandi cetacei misticeti, pratica che causa gravi danni all’ecosistema marino. Non si tratta di una scelta particolarmente etica o animalista, quanto di una scelta ragionata e dettata dall’economia, visto che la carne di balena non è più così profittevole e non è così vantaggioso commerciarla. Il gioco non vale la candela e perfortuna ci sono arrivati anche nel cuore dell’Oceano Atlantico settentrionale. Sarà vietata quindi la caccia della balenottera comune, il secondo animale più grande del pianeta, minacciato di estinzione e la balenottera minore tra le più piccole balene al mondo, con una lunghezza massima di circa 10 metri (dici poco!).
Se prima del Covid19 l'Islanda uccideva tra i 100 e i 200 esemplari di balena ogni anno, con la pandemia i numeri sono crollati, convincendo il Paese dell’insensatezza della pratica. La caccia delle balene è ancora praticata in Norvegia e Giappone dove sembra che si continueranno ad uccidere le balene, animali sociali e intelligenti.