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Valerio Braschi crea la pizza in bustina e la serve come antipasto al suo ristorante

Vincitore di Masterchef 2017 provoca il web con la bustina commestibile al sapore di pizza

Valerio Braschi crea la pizza in bustina e la serve come antipasto al suo ristorante

18 Febbraio 2022

Redazione 105

Se pensate che si fosse toccato il fondo con la pizza surgelata, vi sbagliate. Valerio Braschi, vincitore dell’edizione 2017 di Masterchef si è inventato la pizza marinara in busta, anch’essa commestibile. Da uno come lui potevamo aspettarcelo, lo chef del ristorante romano Ristorante 1978 è famoso per le sue idee culinarie che oscillano tra il geniale e lo sconsiderato; tra le sue invenzioni precedenti ci sono le lasagne in tubetto e la carbonara da bere, con questi precedenti come facciamo a stupirci per la pizza in busta?
Se ci pensate esistono già preparati in polvere per ottenere rapidamente una pizza impastando e cuocendo il tutto, ma la pizza in busta è pronta da gustare così come la vedete, busta compresa, realizzata in carta di riso commestibile: “Ho pensato di chiudere questi particolari fogli di riso commestibili con le termosigillatrici: bisogna fare attenzione, perché sono molto più sottili e delicati della carta di riso che comunemente si usa per fare gli involtini primavera, e si devono conservare in un ambiente asciutto –  spiega chef Braschi Tre ingredienti trasformati in polvere: il classico bordo della pizza abbrustolito, ossia un impasto che prepariamo in casa e che cuociamo nel forno a legna facendolo biscottare, in modo che al palato renda l’aroma bruciacchiato tipico di questa cottura; una crema di pomodoro con aglio molto saporita, che viene essiccata e frullata; l’origano fresco, che disidratiamo prima di polverizzarlo”. Questa rivisitazione speciale della pizza viene offerta come entrèe a tutti gli ospiti del suo ristorante che potremmo definire “sperimentale”, in fondo è una pietanza dal sapore assolutamente tradizionale, ma dalla forma quantomeno innovativa, se non assurda: “Alla fine cambia solo l’estetica, la forma, la consistenza e la temperatura”, conclude lo chef. E dici poco. 

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