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29 Settembre 2022
Redazione 105
Alcuni studiosi dell'Università di Amsterdam hanno recentemente pubblicato su NewScientist uno studio rivoluzionario per quanto riguarda la depressione e la sua cura. Secondo la loro sperimentazione l’elettrostimolazione può avere un effetto cruciale per curare i sintomi della depressione
La ricerca olandese ha coinvolto 25 volontari affetti da depressione grave. Pazienti che stavano valutando l’eutanasia (legale in Olanda), dopo aver tentnato psicofarmaci, psicoterapia e altre cure convenzionali, ma senza percepire miglioramenti. Molti di loro non avevano più alcuna interazione sociale, ma pensieri suicidi, tanto da valutare una soluzione come il suicidio assistito.
I volontari si sono sottoposti all’impianto degli elettrodi, tenuti tra il 2010 e il 2014 nella zona del cervello coinvolta nelle forme più gravi di depressione. In questi casi la comunicazione di alcune aree del cervello è eccessiva e confusionaria; gli elettrodi, creano un disturbo elettromagnetico tra i neuroni. riducendo il volume della comunicazione. "È stato come aggiungere rumore di fondo su un cavo telefonico" ha spiegato alla stampa Isidoor Bergfeld, autore dello studio.
I pazienti sono stati monitorati per un periodo compreso tra 6 e 9 anni e i risultati sono stati sorprendentemente positivi: il 44% di loro aveva fatto registrare un importante miglioramento, con una riduzione del 50% del loro stato depressivo e in generale si osservava una migliore qualità della vita con la ripresa di alcune attività sociali e lavorative. Nel 28% dei partecipanti si sono osservati miglioramenti più moderati, con una riduzione del 25% dello stato depressivo. Il restante 28% dei pazienti non ha, invece, ottenuto nessun beneficio dall'impianto. Questo si è verificato perché secondo gli scienziati gli elettrodi non sono stati posizionati in maniera corretta; basterebbero infatti 1 o 2 millimetri di imprecisione per mancare l'area del cervello corretta per l’efficacia dell’esperimento.
Nonostante i risultati davvero significativi, occorre approfondire l’esperimento che però è molto delicato trattandosi di disturbi psicologici e andando a intervenire proprio sul cervello.