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Massimo Picozzi a C.S.I. Milano: la follia di Alexander Pichushkin

Redazione 105

Il criminologo ha raccontato le orribili vicende che hanno coinvolto quello che è stato ribattezzato il “killer della scacchiera”

Massimo Picozzi è tornato nel consueto appuntamento del martedì con Tony & Ross. Questa volta a C.S.I. Milano il criminologo ha parlato nuovamente di crimini seriali. In particolare, si è incentrato sul serial killer Alexander Pichushkin, meglio conosciuto con i suoi soprannomi il “killer della scacchiera” o il “Maniaco del Bitsa Park”. Non si ha certezza di quante persone abbia ucciso, forse una cinquantina o forse una decina in più. 

Nato in Unione Sovietica nel 1974, di lui non sappiamo molto riguardo l’infanzia. Tuttavia, c’è un episodio che potrebbe giustificare le sue tendenze violente. Mentre gioca nel parco vicino a casa, un giorno cade da un’altalena che poi lo colpisce in fronte. Questo potrebbe avergli danneggiato la corteccia prefrontale, quella parte del nostro cervello che ci fa ragionare, impedendoci di essere ostaggio degli istinti.

Da quel giorno, il carattere di Alexander muta divenendo ostile e impulsivo. Non è escluso che, nella sua follia, Pichushkin sia entrato in una macabra competizione con Andrej Chikatilo, il cannibale di Rostov accusato di aver ucciso 52 vittime in dodici anni. Ma perché il soprannome di “killer della scacchiera”? Perché in una prima dichiarazione resa agli inquirenti aveva dichiarato di avere l’obiettivo di uccidere 64 persone, esattamente come il numero di caselle su una scacchiera. Il primo omicidio lo commette quando ha solo 18 anni ed è quello di un amico e compagno di classe.

A lui – a cui aveva dato appuntamento proprio al Bitsa Park – condivide il malsano progetto di occupare ogni casella con un morto ammazzato, ma Mikhail ribatte che non vuole saperne niente di questa follia. Gli dà le spalle e fa per allontanarsi, ma per Alexander questo è un tradimento insostenibile. Così, prende un martello dalla borsa che si è portato dietro e lo colpisce alla testa fino ad ammazzarlo. Poi, come se nulla fosse e dopo aver abbandonato il cadavere vicino al canale di scolo del parco, torna a casa. 

Non passa molto tempo prima che gli investigatori capiscano che è stato lui l’ultimo a vederlo. Lui però – pur ammettendo di averlo incontrato quel giorno – nega ogni coinvolgimento. Seppur sia chiaro che sia implicato, senza prove concrete riesce ad evitare l’incriminazione e continua così con la sua scia di sangue. 

Ascolta qui sotto l’intervento completo di Massimo Picozzi in diretta a 105 Friends!

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