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Si può davvero imparare una lingua nel sonno? Cosa dice uno studio

Redazione 105

Uno studio si è concentrato sulla possibilità di apprendere una lingua straniera mentre si dorme: ecco cosa è emerso

Quanto sarebbe bello imparare la lingua straniera durante il sonno? Ci risparmierebbe un bel po’ di ore di studio, sperando di assimilare più parole possibili. Spesso del resto ci hanno detto che ascoltare parole straniere quando si dorme facilita l’apprendimento. Ma è davvero così? In parte sì, ma non bisogna aspettarsi miracoli. A questa conclusione è arrivato uno studio sul tema. Flavio Schmidig, neuroscienziato cognitivo dell’Università di Tel Aviv, ha infatti monitorato l’attività cerebrale di 30 volontari di madrelingua tedesca durante una notte di sonno nel laboratorio dell’Università di Berna, in Svizzera.

Si è focalizzato soprattutto sul primo ciclo di sonno profondo poiché studi precedenti suggeriscono che questo sia il momento più favorevole per l’assimilazione di nuove informazioni. Questo primo ciclo si caratterizza per la presenza di onde con creste e valli che durano circa mezzo secondo ciascuna. Schmidig e i suoi colleghi hanno utilizzato un algoritmo per prevedere quando si verificherebbero queste “creste” e “valli” e hanno fatto ascoltare in questi momenti brevi registrazioni audio ai partecipanti dello studio. 

Metà dei partecipanti ha ascoltato le registrazioni durante le creste, mentre l’altra metà durante le valli. Queste clip contenevano parole di due sillabe, in modo da poter essere completamente comprese nel mezzo secondo di ogni cresta o valle. Nell’orecchio destro, i volontari hanno ascoltato 27 parole tedesche appartenenti a tre diverse categorie: animali, luoghi e strumenti. Nell’orecchio sinistro, invece, c’era una traduzione fittizia di ogni termine, creata utilizzando una parola inventata che non richiamasse nessun’altra parola conosciuta in una lingua diversa dal tedesco da parte dei partecipanti. Di fatto, si trattava di una nuova lingua, anche se inesistente.

Arriviamo dunque alla fase due. Dodici ore dopo, i partecipanti sono tornati al laboratorio, questa volta svegli. Hanno riascoltato le parole inventate e hanno dovuto scriverle e classificarle in una delle tre categorie (animali, luoghi o strumenti) delle parole tedesche associate. Gli scienziati hanno calcolato che, se i volontari avessero indovinato, la probabilità di successo sarebbe stata del 33%. Coloro i quali avevano ascoltato le parole durante le creste non si sono discostati da questa percentuale. Chi, invece, le aveva ascoltate durante le valli ha risposto correttamente nel 37% dei casi. Dopo 24 ore, però, solo il secondo gruppo ha ottenuto un tasso di successo del 41%: un numero di risposte corrette che gli scienziati credono non possa essere attribuito al caso. 

Quali sono dunque le prospettive future dello studio? Ora si dovrà capire perché siano proprio le valli del sonno profondo a offrire un leggero miglioramento quando si tratta di apprendere una lingua straniera e se questa scoperta possa essere sfruttata per tecniche di memorizzazione di nuove lingue. È ipotizzabile che queste valli rappresentino brevi periodi di riposo neurale in cui il cervello si trova effettivamente nelle condizioni di codificare nuovi ricordi.

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