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Credits: Getty Images
14 Agosto 2023
Redazione 105
Capi, guardatevi le spalle. Non solo fantasticare sull’omicidio del proprio supervisore come in Come ammazzare il capo... e vivere felici è del tutto normale, ma è anche salutare. A spiegarlo è la dottoressa Julia Shaw, psicologa criminale dell’University College di Londra. Ha sostenuto che i “bersagli popolari” delle nostre fantasticherie omicide possono essere qualsiasi figura sprezzante della nostra vita, compresi il datore di lavoro o l’ex partner.
“Si può immaginare dove possano arrivare le nostre fantasie. Naturalmente la maggior parte di noi non commette mai un omicidio, per fortuna”. Ma, secondo l’autrice, questi pensieri malvagi aiutano a sviluppare l’empatia verso la vittima immaginaria. In pratica il solo pensiero fa sì che i dipendenti provino empatia per i loro superiori, un processo dunque non del tutto negativo.
“Si riflette sulle cose, si immagina quali sarebbero le conseguenze, si immagina come potrebbe essere andare davvero fino in fondo”. E indovinate qual è la decisione che prendete in genere? “Non voglio farlo, perché queste non sono le conseguenze che vorrei”.
La capacità di riflettere sulle azioni e sulle loro potenziali conseguenze è “fondamentale per prendere buone decisioni” e ci distingue dagli animali e dai malati psichici. Più tempo dedichiamo all’analisi delle scelte future, più saremo preparati quando arriverà il momento di prendere una decisione cruciale.
Ha affermato: “Finché le cose vanno bene, è il momento di fare esercizi di empatia. È il momento di fare i conti con la propria moralità e di fare un check-up, perché non si sa cosa ci riserverà il futuro e non si sa che tipo di decisioni rapide si potrebbero prendere in seguito”. Shaw ha inoltre precisato che gli psicopatici – che ammontano solo a circa l’1% della popolazione mondiale – non dovrebbero essere etichettati come “malvagi”, dato che molti assassini semplicemente non hanno i mezzi psicologici per controllare i loro impulsi.