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Caterina Balivo: “Se fossi invidiosa, mi starei antipatica anch’io’’

Redazione 105

La conduttrice tv ha parlato del motivo per cui a tanti non sta simpatica, svelando anche altri retroscena

Caterina Balivo ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe, ripercorrendo i suoi 20 anni di carriera e lanciando frecciatine ai suoi detrattori. La decisione di abbandonare il programma tv che la vedeva al timone, durante la pandemia, ha fatto discutere e non poco. I motivi però sono stati tanti: “Potremmo riassumerli nel bisogno di ascoltare quello che succedeva nel mondo e alla mia famiglia. Non si può far sempre finta di nulla. Ho deciso di ascoltarmi, senza farmi travolgere da condizionamenti esterni o da quello che sarebbe stato, forse, più giusto per me”. 

Poi ha continuato a seguire questa linea di pensiero: “Quando mi sono fermata e quando qualche tempo dopo, ho ricominciato scegliendo soltanto quello che mi somigliava, ho capito che ce l’avevo fatta”. Oltre che le sue scelte, a dividere è anche lei stessa: al pubblico piace, alla stampa spesso no. Qui il perché diventa più complicato da capire: “Non saprei. Non sono brutta, non ho drammi, ho un marito e due figli. A 19 anni avevo il primo contratto e a soli 26 avevo le prime serate. Se fossi invidiosa, molto probabilmente, mi starei antipatica anch’io. Siamo cresciuti con la favola della piccola fiammiferaia che, pian piano, ce la fa. Nel momento in cui ti poni come una donna ambiziosa, che non si vuole mortificare e con un suo pensiero ben preciso, iniziano ad arrivare i detrattori”.

Ma poco importa perché, come detto, in tanti la amano: “La gente mi ha conosciuta a 20 anni e, al di là delle rughe, sono rimasta la stessa. Faccio quello che fanno tutte le donne che lavorano: la spesa, mi arrabbio coi miei figli, li vado a prendere, li riporto e non cancello le smagliature che ho per via delle due gravidanze”. Un rispetto nei suoi confronti che attribuisce proprio al voler essere sé stessa: Ho 43 anni e non voglio fare la ventitreenne, né la cinquantenne. Non voglio essere né giovane, né vecchia, voglio essere contemporanea. Così come vorrei che fosse anche il mio programma”.

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