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01 Settembre 2023
Redazione 105
Quanto il lavoro può condizionare la nostra salute mentale o fisica? E quanto invece è più facile accusare il lavoro dei malesseri che proviamo? Attraverso un’indagine condotta dalla piattaforma di benessere mentale Serenis, su 3000 intervistati risulta che l’80% di chi intraprende un percorso di psicoterapia denunciando che le proprie difficoltà siano legate al lavoro, non riceve una diagnosi di conferma.
In sintesi, è probabile che si cominci ad andare in terapia “accusando” l’ufficio, quando spesso le cause del disagio psicologico derivano da altri aspetti. Ma perché si tende ad identificare nel lavoro la causa principale del nostro malessere? Una lista di 5 punti, per la precisione 5 disturbi che secondo Martina Migliore, Direttrice Formazione e Sviluppo di Serenis, causano la nostra confusione.
Al primo posto, si trovano i disturbi ossessivo-compulsivi: in questo caso le persone sovrastimano il proprio carico di responsabilità ed a temere le conseguenze che possono derivare da un possibile fallimento. Quando i soggetti in questione si trovano in una situazione di pressione, i sintomi del disturbo aumentano.
Al secondo posto, la direttrice posiziona il perfezionismo patologico, ovvero la tendenza di alcuni lavoratori di fissare standard altissimi, alle volte inumani, e a legare il valore personale ai successi che si è raggiunti in termini di performance. Di conseguenza, a questo tipo di persone basta un feedback negativo per crollare.
Il terzo posto lo conquista, la depressione: i ritmi lavorativi, per chi soffre di questo disturbo, vengono visti insostenibili anche se non si tratta di niente di esagerato. Così, la conseguenza inevitabile è l’aumento di percezione di non essere all’altezza e la continua sfiducia nei propri confronti.
Verso la fine, al quarto posto viene collocata la fobia sociale: la causa principale di questo disturbo è il timore del confronto con gli altri, se si pensa al contesto lavorativo dove il dialogo con i colleghi è alla base di un buon funzionamento dell’organizzazione, questa alterazione della percezione costituisce un grosso problema.
Ultimo, ma non meno importante, si trovano i disturbi da deficit di attenzione: tendenzialmente si tende a sottovalutare quando si tratta di un adulto, viste le non poche difficoltà che si incontrano nel gestirlo e riconoscerlo. L’attività lavorativa implica organizzazione e rispetto delle scadenze e dell’opinione altrui. Tenere a mente tutto e frenare l’impulsività che spinge ad agire senza controllo, può diventare complicato.
Migliore conclude la qui presente lista con la seguente affermazione: “È un po’ come se il lavoro fosse un calderone in cui bolle di tutto”.
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