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Picozzi a C.S.I. Milano: gli omicidi di Robert Sylvester Alston

Redazione 105

Il criminologo si è incentrato sulla figura del serial killer Robert Sylvester Alston, responsabile di quattro o sei omicidi

Nell’ultimo appuntamento con C.S.I. Milano, il podcast condotto da Tony & Ross con Massimo Picozzi, il celebre criminologo si è concentrato sui serial killer, in particolare sulla figura di Robert Sylvester Alston. Si è partiti con una domanda molto comune: quanto sono in grado di intendere e volere? Sono affetti da disturbi mentali o sono una razionale incarnazione del male? Le statistiche negli Stati Uniti indicano che solo circa l’1,5% dei serial killer sottoposti a perizie psichiatriche è stato diagnosticato come “malato” e spesso si tratta di casi di schizofrenia. In genere, dunque, comprendono i loro atti e sono capaci di scegliere se uccidere o meno. 

Le azioni brutali con cui si accaniscono sulle vittime, in vita o decedute, derivano da un meccanismo mentale che porta alla “deumanizzazione” delle loro prede, che vengono trattate come oggetti. Ci sono storie eclatanti di persone che sono riuscite a sopravvivere implorando pietà per i loro cari, ma purtroppo, questo non è stato il caso di Robert Sylvester Alston, arrestato nel 1994 dopo aver ucciso almeno quattro persone, se non sei

Nato il 19 maggio 1969 a Greensboro, proveniva da una famiglia di “onesti lavoratori”. Robert era un ragazzo tranquillo sin dall’infanzia, forse troppo, poiché non aveva molte amicizie e non condivideva i suoi pensieri con nessuno, né in famiglia né a scuola. Passava il suo tempo in solitudine, spesso passeggiando da solo nel quartiere e così ha sviluppato la capacità di passare inosservato. Dopo essersi diplomato alla scuola dove lavorava suo padre, si è iscritto a un college in Georgia, ma ha presto abbandonato. In questo periodo ha avuto la sua prima relazione significativa da cui è nato un figlio. Tuttavia il rapporto si è deteriorato e i due si sono separati. Robert è poi tornato a vivere con i suoi genitori e ha accettato lavori occasionali per sbarcare il lunario. 

È a questo punto che ha cominciato a commettere omicidi. La sua serie di assassinii inizia nell’aprile del 1991 con Joanne Robinson, seguita nell’ottobre dello stesso anno da Sharon Martin. Dopo sette mesi di pausa, attacca la diciannovenne Shameca Warren, una giovane prostituta afroamericana, che scompare misteriosamente fino a quando una chiamata anonima alla polizia il 23 luglio rivela il suo cadavere a Martin Street. Gli agenti scoprono un corpo brutalmente mutilato, con la testa mozzata, dimostrando la ferocia dell’assassino. 

Questi omicidi scuotono la città di Greensboro, creando una psicosi legata ai serial killer, anche se alcuni di questi casi potrebbero non essere riconducibili allo stesso criminale. L’orrore si diffonde tra le donne, che non si sentono più sicure per strada. La pressione delle indagini sembra indurre Robert Alston a sospendere temporaneamente gli omicidi per circa un anno. Tuttavia, nel dicembre 1993, il suo macabro ciclo riprende con l’assassinio di Louis Williams, una donna afroamericana di 41 anni, violentata e strangolata

Quando è stata vista l’ultima volta Louis, che aveva problemi di alcol e droga, era in una squallida stanza di un affittacamere. Interrogato, il proprietario dell’attività ha ricordato che era in compagnia di una specie di gigante: un uomo alto un metro e novanta per un centinaio di chili di cui è stato in grado di fare un identikit, cosa che ha portato all’arresto di Robert Sylvester Alston.

 

Ascolta qui sotto l’intervento completo di Massimo Picozzi in diretta a 105 Friends!

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