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Intelligenza artificiale precluderebbe contatto con alieni
L’intelligenza artificiale potrebbe essere la causa della nostra incapacità di entrare in contatto con civiltà aliene
Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale ha fatto progressi a un ritmo sorprendente. Al punto che alcuni scienziati stanno ora guardando allo sviluppo della super intelligenza artificiale (ASI), una forma di intelligenza artificiale che non solo supererebbe l’intelligenza umana ma non sarebbe vincolata dalle velocità di apprendimento degli esseri umani.
E se questo traguardo non fosse solo un risultato straordinario? E se rappresentasse anche un formidabile collo di bottiglia nello sviluppo di tutte le civiltà, così impegnativo da ostacolarne la sopravvivenza a lungo termine? Questa idea è al centro di un articolo di ricerca recentemente pubblicato su Acta Astronautica: l’intelligenza artificiale potrebbe essere il “grande filtro” dell’universo, una soglia così difficile da superare da impedire alla maggior parte della vita di evolversi in civiltà spaziali. E questo è un concetto che potrebbe spiegare perché la ricerca dell’intelligenza extraterrestre (SETI), comunità meglio nota come “alieni”, non ha ancora rilevato forme di civiltà tecniche avanzate altrove nella galassia.
L'ipotesi del grande filtro è in definitiva una proposta di soluzione al “paradosso di Fermi”. Questo ci chiede perché, in un universo vasto e abbastanza antico da ospitare miliardi di pianeti potenzialmente abitabili, non abbiamo rilevato alcun segno di civiltà aliene. L’ipotesi suggerisce che ci siano ostacoli insormontabili nella linea temporale evolutiva delle civiltà che impediscono loro di svilupparsi in entità spaziali.
In tal senso, l’emergere dell’ASI potrebbe essere un ulteriore filtro. Il rapido progresso dell’intelligenza artificiale, che potrebbe portare all’ASI, potrebbe intersecarsi con una fase critica nello sviluppo di una civiltà: la transizione da una specie monoplanetaria a una specie multi planetaria.