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Si sveglia dal coma e pensa di avere 24 anni, ma ne ha 63
È l’incredibile storia di un uomo che nel 2019 venne investito da un’auto pirata. Al risveglio, la convinzione di trovarsi nel 1980
Ha 63 anni ma la sua memoria si è fermata a quando ne aveva 24. È l’incredibile storia, riportata da Il Messaggero, di Luciano D’Adamo.
Nel 2019 l’uomo fu investito da un’auto pirata: al risveglio dal coma, in ospedale, era convinto di trovarsi nel 1980, quando era poco più che 20enne e lavorava all’aeroporto di Fiumicino. Nessun ricordo di sua moglie: “Mi chiamava ‘Luciano’, e io mi chiedevo come faceva a sapere il mio nome”; né di suo figlio, oggi 35enne: “Ma come poteva essere mio figlio un uomo nato molto prima di me? E poi quale moglie? Io non ero sposato, ma fidanzato, e non certo con quella donna che doveva averne quasi sessanta, ma con una ragazza di 19 anni”. Nessun ricordo di parenti, telefonini, nuove tecnologie. La sua testa è rimasta al mondo “analogico”.
Una volta in piedi, davanti allo specchio, ha dovuto fare i conti con la realtà e con l’immagine di un uomo che ha superato i 60 anni. I medici gli hanno spiegato che l’incidente di cui è stato vittima si è verificato nel 2019, non nel 1980, e che il trauma gli ha fatto perdere il ricordo di ben 39 anni di vita.
Oggi si occupa di manutenzione in una scuola. Di ricordo fino a ora ne è riemerso solo uno, quello relativo alla nascita del suo primo nipotino, nel 2014: il disegno di una cicogna, il nome Matteo, un orario e la scritta PN 2300. Per il resto, tutto è ancora buio: “Ogni tanto incontro qualcuno che mi saluta. Sarà sicuramente un vecchio amico ma io non so chi sia, comunque per gentilezza faccio finta di riconoscerlo e ricambio. A volte dico che mi piacerebbe volare su un aereo, non l'ho mai fatto. Mia moglie mi fa: 'Ma che dici? Siamo stati insieme a Parigi'. E io le rispondo: 'Tu ci sei stata, io no'".
Il pirata non è mai stato trovato e l’uomo non ha avuto alcun risarcimento.