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Tifoso sfegatato si fa tatuare la maglia della squadra sulla pelle
Molto più di una semplice fede calcistica: qualcosa che rimarrà impresso per sempre
Ci sono tifosi che collezionano sciarpe, altri che non perdono una partita. E poi c’è José Mauricio dos Anjos, brasiliano di 40 anni, che ha deciso di portare la passione per il Flamengo direttamente sulla pelle. Letteralmente. In 92 ore e 32 sedute di lavoro, ha trasformato il suo torso in una replica perfetta della maglia rossonera del celebre club di Rio de Janeiro, completa di logo dorato sul petto.
Un’opera che non si limita al fronte: spalle, braccia e schiena sono diventate parte di un’unica tela sportiva. Oggi dos Anjos è una sorta di icona social, con quasi un milione di follower su Instagram, dove mostra orgogliosamente il suo “sacro mantello” in ogni contesto, dallo stadio alla spiaggia
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Un sogno nato da un piccolo tatuaggio
L’idea iniziale era più modesta: un piccolo simbolo del Flamengo sul petto, giusto per celebrare la maggiore età. Ma il destino – o meglio, un tatuatore generoso – aveva altri piani. “Avevo pensato a qualcosa di piccolo, solo spalla e petto” ha raccontato. “Il tatuatore mi ha chiesto 800 dollari, ma poi mi ha detto che avrebbe fatto tutta la maglia senza costi aggiuntivi, solo per la visibilità”. E così, da un’idea parziale è nato un progetto totale, un atto d’amore indelebile che ha richiesto tempo, pazienza e una soglia del dolore degna di un eroe del Maracanã.
Dolore, sudore e tanto orgoglio
Le 92 ore sotto gli aghi non sono state una passeggiata. “Mi avevano detto che le costole e le ascelle sarebbero state terribili. Le costole facevano male, ma la spina dorsale è stata la peggiore. Il collo e lo stomaco pure, ma il resto era sopportabile”. Nonostante ora indossi letteralmente la maglia del Flamengo, dos Anjos continua a mettersi quella vera. “Almeno due volte a settimana” ha detto. “In casa sto spesso a petto nudo, ma fuori non è ancora possibile. Un tatuaggio fresco non dovrebbe essere esposto al sole”.
Nessun rimpianto, solo fede eterna
Di fronte a chi lo accusa di eccesso, José risponde con serenità. “Non ho mai provato alcun rimpianto”. Perché per lui il Flamengo non è solo una squadra: è una religione sportiva, un’identità, una seconda pelle – anzi, la prima.